Perché?
Vuoi dirmi solo perché?
Non riesco a chiederti altro adesso.
E non riesco a dire altro.
martedì 23 settembre 2008
domenica 21 settembre 2008
Dormi con me?
Dormi con me questa notte?
Ti aspetto qui, nel buio più assoluto.
Entrerai in silenzio da quella porta, ti avvicinerai al letto in punta di piedi, scivolerai sotto le coperte al mio fianco.
Io farò finta di dormire.
Mi abbraccerai, perché sarai convinto che io dorma, che non possa sentirti.
Io starò ferma e zitta, ad occhi chiusi.
E poi farai quello che vorrai, se vorrai.
Lo sai che per me fa lo stesso.
Dormi con me questa notte
ti prego.
Ti aspetto qui, nel buio più assoluto.
Entrerai in silenzio da quella porta, ti avvicinerai al letto in punta di piedi, scivolerai sotto le coperte al mio fianco.
Io farò finta di dormire.
Mi abbraccerai, perché sarai convinto che io dorma, che non possa sentirti.
Io starò ferma e zitta, ad occhi chiusi.
E poi farai quello che vorrai, se vorrai.
Lo sai che per me fa lo stesso.
Dormi con me questa notte
ti prego.
giovedì 18 settembre 2008
Il mio carissimo amico.....
- La verità, Lella, è che a te non frega nulla degli altri, ma questi esistono a seconda di quanto tu ne abbia bisogno.
Siamo feticci sostitutivi che alterni a seconda dell'umore. Ora basta. Non mi faccio più fregare da te. E non credere che su questa terra tu sia l'unica ad avere problemi, ce li hanno anche quelli che non li sbandierano quando non sanno cosa rispondere, e di questi non ne sono neanche artefici.
- Se sei convinto di questo (sulla base di cosa lo sai tu), fai bene ad andartene. Nessuno per me è un feticcio sostitutivo: ciò che ho perso è insostituibile, nessuno lo sa meglio di me; non cerco affatto di sostituire ciò che non avrò mai più. Cercavo, se mai, comprensione... Scusami eh, mi dispiace se non riesco più ad essere quella che sorride, comprende e intrattiene, ruolo che devo svolgere esistenzialmente, e guai se sgarro. Lo so che tutti hanno i cazzi loro, bastava dirlo prima. Peraltro, A ME è stata chiesta comprensione, ascolto, appoggio, quando stavo bene (o comunque meglio): non da te, ma magari proprio da persone che poi a me hanno voltato le spalle nel momento del bisogno. E io, questo appoggio, l'ho sempre dato.
- Chi ti ha chiesto di fingere di essere felice, allegra o d'intrattenere qualcuno? Non è un giardino d'infanzia e tu non sei un pagliaccio, come non lo sono neanch'io. Certo che però non ti prodighi mai a chiederti come vadano le cose agli altri. La verità è che sei una cazzara! Hai una marea di possibilità e lasci che chi ti sta attorno ti affondi. Ma che cazzo! Perché vivi nel passato e mandi a puttane il tuo presente?
- Alt. Ora non ci siamo proprio più. Scusami, non entro nel merito, non ti rispondo punto per punto, non dico quello che potrei dire. Taccio e basta, cosa che avrei dovuto fare fin da subito. Perché il modo, il tono, l'atteggiamento, tutto insomma, mi rivelano all'improvviso che ho grossolanamente sbagliato persona. Non so come ho potuto pensare che tu potessi capire e rispettare una situazione come la mia. "Vivere nel passato", me lo chiami: come se l'amore per me fosse quella cazzata che evidentemente è per te! E non solo per te. Il simile cerca il simile: rivolgiti a qualcuno che possa meglio comprenderti.
- Infatti è per questo che rispetti così tanto le persone che dici di amare? Quello che sono stato in grado di fare l'ho fatto, altro non c'è, e per quello che hai dato a me è sin troppo. Ti sei mai chiesta chi sono, quale sia la mia vita? Cosa sai di me? Prima di dire chi io sia avresti almeno potuto cercare di scoprirlo. Non sei né la prima né l'ultima parentesi che chiudo della mia vita.
- Mi dispiace, ma sento di non perdere veramente nulla. Addio, carissimo amico.
Siamo feticci sostitutivi che alterni a seconda dell'umore. Ora basta. Non mi faccio più fregare da te. E non credere che su questa terra tu sia l'unica ad avere problemi, ce li hanno anche quelli che non li sbandierano quando non sanno cosa rispondere, e di questi non ne sono neanche artefici.
- Se sei convinto di questo (sulla base di cosa lo sai tu), fai bene ad andartene. Nessuno per me è un feticcio sostitutivo: ciò che ho perso è insostituibile, nessuno lo sa meglio di me; non cerco affatto di sostituire ciò che non avrò mai più. Cercavo, se mai, comprensione... Scusami eh, mi dispiace se non riesco più ad essere quella che sorride, comprende e intrattiene, ruolo che devo svolgere esistenzialmente, e guai se sgarro. Lo so che tutti hanno i cazzi loro, bastava dirlo prima. Peraltro, A ME è stata chiesta comprensione, ascolto, appoggio, quando stavo bene (o comunque meglio): non da te, ma magari proprio da persone che poi a me hanno voltato le spalle nel momento del bisogno. E io, questo appoggio, l'ho sempre dato.
- Chi ti ha chiesto di fingere di essere felice, allegra o d'intrattenere qualcuno? Non è un giardino d'infanzia e tu non sei un pagliaccio, come non lo sono neanch'io. Certo che però non ti prodighi mai a chiederti come vadano le cose agli altri. La verità è che sei una cazzara! Hai una marea di possibilità e lasci che chi ti sta attorno ti affondi. Ma che cazzo! Perché vivi nel passato e mandi a puttane il tuo presente?
- Alt. Ora non ci siamo proprio più. Scusami, non entro nel merito, non ti rispondo punto per punto, non dico quello che potrei dire. Taccio e basta, cosa che avrei dovuto fare fin da subito. Perché il modo, il tono, l'atteggiamento, tutto insomma, mi rivelano all'improvviso che ho grossolanamente sbagliato persona. Non so come ho potuto pensare che tu potessi capire e rispettare una situazione come la mia. "Vivere nel passato", me lo chiami: come se l'amore per me fosse quella cazzata che evidentemente è per te! E non solo per te. Il simile cerca il simile: rivolgiti a qualcuno che possa meglio comprenderti.
- Infatti è per questo che rispetti così tanto le persone che dici di amare? Quello che sono stato in grado di fare l'ho fatto, altro non c'è, e per quello che hai dato a me è sin troppo. Ti sei mai chiesta chi sono, quale sia la mia vita? Cosa sai di me? Prima di dire chi io sia avresti almeno potuto cercare di scoprirlo. Non sei né la prima né l'ultima parentesi che chiudo della mia vita.
- Mi dispiace, ma sento di non perdere veramente nulla. Addio, carissimo amico.
giovedì 11 settembre 2008
Per chi
Conversazione
- Lella, probabilmente lui mentiva già prima, ed ha mentito anche a te fin dal principio. Per carità, in maniera magistrale e tutto quello che ti pare... Ma probabilmente è andata proprio così. Solo che ammettere di aver buttato tutta la propria vita nel cesso per una valutazione completamente errata è oltremodo difficile... E brucia parecchio, me ne rendo conto.
- Non è così, Luca; ma se ti fa piacere puoi crederlo. Peraltro, tu non c'eri. Io sì.
- No, a me non sposta di un millimetro, ma non capisco perché tu rifiuti sempre categoricamente e sistematicamente di analizzare i fatti da un altro punto di vista. Magari quello di qualcuno esterno alla vicenda che, forse, è un pochino più obiettivo. Poi per carità, se hai deciso che la verità assoluta è la tua, per me no problem.
- Vorrei sapere come puoi essere più obiettivo, visto che non sai com'erano le cose. Chi lo ha visto allora con me, ne ha tratto la conclusione che era innamorato.
- Lo hai visto solo tu, ma allora che senso ha che me ne parli?
- Cazzo dici?? Lo hanno visto tutti i nostri amici, Luca!
- Ma non hanno mica visto come avete vissuto la vostra storia, porca Eva! Non credo fossero costantemente con voi, o no?
- Hanno visto com'era lui!
- Ma cazzo. Quello che sto cercando di dire è che magari lo hai visto così cotto perché TU PER PRIMA ERI COSI' DANNATAMENTE COTTA DI LUI, pertanto è chiaro che la tua percezione della realtà era distorta. Perché rifiuti a priori questa ipotesi?
- Ok, hai ragione tu. Non sai un cazzo, ma hai ragione tu. E tutti gli altri sbagliano.
- Tutti gli altri chi?
- Tutti a cominciare da Chiara, che lo sentiva ogni santo giorno...
- Ah sì?
- ...e mi diceva che non ne poteva più, perché lui le parlava di me fino a sfinirla.
- E quali brillanti ipotesi avanza la signorina Chiara, visto che ti ha detto chiaro e tondo che non vuole parlartene?
- Adesso, vuoi dire?
- Da quando si è conclusa la storia con Fabrizio.
- All'epoca diceva che lui aveva per me una cotta malsana, che lei disapprovava al 100%. Diceva anche che sperava con tutta se stessa che gli passasse. Spero che sia felice, ora.
- Ecco. Non mi pare esattamente un'analisi costruttiva di quel che è stato. Io almeno ci provo, capisco non ti piaccia e non sei obbligata a starmi a sentire, ma se ne parliamo mi sembra giusto esprimere il mio parere.
- Chiara non ha mai fatto analisi! Ha semplicemente, sempre, sperato che finisse!
- Appunto.
- Per cui, quando fra me e lui è finita, non ha detto niente, perché le sembrava giusto e sacrosanto.
- Va benissimo, ma facendoci due conti a posteriori... Adesso, o se preferisci da quando la storia con lui si è conclusa, con chi hai potuto parlarne, delle persone informate sui fatti?
- Solo con Marco, visto che Chiara non ne parla più.
- Ed immagino che Marco concorderà con te su ogni singolo dettaglio della vicenda, vero?
- Non può! Non ne sa abbastanza.
- Ma allora lo vedi? Solo tu sai, solo tu puoi sapere, solo tu puoi esprimere giudizi e pareri in merito. Ma allora, per la miseria, cosa ne parli a fare con gli altri?
- Senti... non è colpa mia se c'ero solo io con lui, ok??
- No, e se permetti non è nemmeno colpa mia.
- Ho forse detto che lo è?
- No, ma rifiuti il dialogo... Non accetti di prendere in considerazione opzioni diverse da quelle che hai vagliato tu.
- Non accetto, più che altro, di prendere in considerazione opzioni dettate da uno stato d'animo non sereno né obiettivo.
- Il mio?
- Il mio sforzo adesso è quello di mantenermi il più possibile serena nel giudicare. Odiare, amare, provare antipatia, soffrire, sono tutti stati d'animo che impediscono la serenità di giudizio. Io non voglio nessuno di questi, ora.
- Secondo te io sto vivendo una di queste condizioni?
- Tu non sei sereno nel giudicare questa cosa, e non so perché. Però è evidente. Ma adesso andiamo a dormire. Ne riparleremo un'altra volta, forse.
- Buona notte.
- Notte.
- Non è così, Luca; ma se ti fa piacere puoi crederlo. Peraltro, tu non c'eri. Io sì.
- No, a me non sposta di un millimetro, ma non capisco perché tu rifiuti sempre categoricamente e sistematicamente di analizzare i fatti da un altro punto di vista. Magari quello di qualcuno esterno alla vicenda che, forse, è un pochino più obiettivo. Poi per carità, se hai deciso che la verità assoluta è la tua, per me no problem.
- Vorrei sapere come puoi essere più obiettivo, visto che non sai com'erano le cose. Chi lo ha visto allora con me, ne ha tratto la conclusione che era innamorato.
- Lo hai visto solo tu, ma allora che senso ha che me ne parli?
- Cazzo dici?? Lo hanno visto tutti i nostri amici, Luca!
- Ma non hanno mica visto come avete vissuto la vostra storia, porca Eva! Non credo fossero costantemente con voi, o no?
- Hanno visto com'era lui!
- Ma cazzo. Quello che sto cercando di dire è che magari lo hai visto così cotto perché TU PER PRIMA ERI COSI' DANNATAMENTE COTTA DI LUI, pertanto è chiaro che la tua percezione della realtà era distorta. Perché rifiuti a priori questa ipotesi?
- Ok, hai ragione tu. Non sai un cazzo, ma hai ragione tu. E tutti gli altri sbagliano.
- Tutti gli altri chi?
- Tutti a cominciare da Chiara, che lo sentiva ogni santo giorno...
- Ah sì?
- ...e mi diceva che non ne poteva più, perché lui le parlava di me fino a sfinirla.
- E quali brillanti ipotesi avanza la signorina Chiara, visto che ti ha detto chiaro e tondo che non vuole parlartene?
- Adesso, vuoi dire?
- Da quando si è conclusa la storia con Fabrizio.
- All'epoca diceva che lui aveva per me una cotta malsana, che lei disapprovava al 100%. Diceva anche che sperava con tutta se stessa che gli passasse. Spero che sia felice, ora.
- Ecco. Non mi pare esattamente un'analisi costruttiva di quel che è stato. Io almeno ci provo, capisco non ti piaccia e non sei obbligata a starmi a sentire, ma se ne parliamo mi sembra giusto esprimere il mio parere.
- Chiara non ha mai fatto analisi! Ha semplicemente, sempre, sperato che finisse!
- Appunto.
- Per cui, quando fra me e lui è finita, non ha detto niente, perché le sembrava giusto e sacrosanto.
- Va benissimo, ma facendoci due conti a posteriori... Adesso, o se preferisci da quando la storia con lui si è conclusa, con chi hai potuto parlarne, delle persone informate sui fatti?
- Solo con Marco, visto che Chiara non ne parla più.
- Ed immagino che Marco concorderà con te su ogni singolo dettaglio della vicenda, vero?
- Non può! Non ne sa abbastanza.
- Ma allora lo vedi? Solo tu sai, solo tu puoi sapere, solo tu puoi esprimere giudizi e pareri in merito. Ma allora, per la miseria, cosa ne parli a fare con gli altri?
- Senti... non è colpa mia se c'ero solo io con lui, ok??
- No, e se permetti non è nemmeno colpa mia.
- Ho forse detto che lo è?
- No, ma rifiuti il dialogo... Non accetti di prendere in considerazione opzioni diverse da quelle che hai vagliato tu.
- Non accetto, più che altro, di prendere in considerazione opzioni dettate da uno stato d'animo non sereno né obiettivo.
- Il mio?
- Il mio sforzo adesso è quello di mantenermi il più possibile serena nel giudicare. Odiare, amare, provare antipatia, soffrire, sono tutti stati d'animo che impediscono la serenità di giudizio. Io non voglio nessuno di questi, ora.
- Secondo te io sto vivendo una di queste condizioni?
- Tu non sei sereno nel giudicare questa cosa, e non so perché. Però è evidente. Ma adesso andiamo a dormire. Ne riparleremo un'altra volta, forse.
- Buona notte.
- Notte.
lunedì 8 settembre 2008
Strano
Strano.....
Io la sento forte la tua presenza. E' come se tu ci fossi, nascosto da qualche parte.
Devo finire di trascrivere quei vecchi sms, credo che stia lì l'incantesimo.
Quando avrò finito di copiarli e svuoterò la memoria del cellulare, tu scomparirai.
Puff, come per magia.
Sì, proprio come se non fossi mai esistito.
E' l'ultima cosa che vorrei, sai? Dimenticarti, dico.
Io ti amo così profondamente che potrei trasformare il mio amore in qualunque sentimento.
Ma sei tu che me lo chiedi, e io non voglio deluderti.
Però voglio la pace, non potrò vivere così, voglio la pace con te.
Dammi un bacio, ti prego, dovunque tu sia nel buio.
Io la sento forte la tua presenza. E' come se tu ci fossi, nascosto da qualche parte.
Devo finire di trascrivere quei vecchi sms, credo che stia lì l'incantesimo.
Quando avrò finito di copiarli e svuoterò la memoria del cellulare, tu scomparirai.
Puff, come per magia.
Sì, proprio come se non fossi mai esistito.
E' l'ultima cosa che vorrei, sai? Dimenticarti, dico.
Io ti amo così profondamente che potrei trasformare il mio amore in qualunque sentimento.
Ma sei tu che me lo chiedi, e io non voglio deluderti.
Però voglio la pace, non potrò vivere così, voglio la pace con te.
Dammi un bacio, ti prego, dovunque tu sia nel buio.
domenica 7 settembre 2008
Nel cuore del sogno
Nel cuore del sogno mi risveglio. Sento il tuo respiro.
- Ora dimmi perché l'hai fatto.
- Volevo solo starti vicino. Vicino ancora per un po'.
- Sei sciocca e ossessiva.
- Lo so. Si chiama amore, è sempre noioso per chi lo subisce. Ma non ti chiedo niente.
- Io non ti voglio vicina.
- Dicevi di volermi.
- Le cose cambiano.
- Io no, io non cambio.
- Boh, peggio per te. Ora dammi la chiave.
- Quale chiave?
- La chiave della porta. Sono stufo di stare qui dentro, voglio andarmene.
- Ma..... io..... non so di cosa parli..... io ero convinta che fossi tu a tenere chiusa me!
- Non dire stupidaggini, sono mesi che mi tieni qui. Ora basta, lasciami andare. Tira fuori quella cazzo di chiave, Lella.
- Ti giuro che non ne so niente..... non mi ricordo, non so come ho fatto a perderla..... non sapevo di averla!
Un pesante silenzio.
- Uscirò di qui, Lella, a costo di sfondare una finestra. Non ti sopporto più.
Sento che ti volti ed esci sbattendo la porta.
Il cuore mi si torce per il dolore. Non so perché ti ho fatto del male, non so come, non so perché mi odi.....
Forse se smetto di mangiare muoio.
Sì ecco, dev'essere quella la soluzione.
C'è sempre una soluzione per tutto.
Chiudo gli occhi e mi addormento.
- Ora dimmi perché l'hai fatto.
- Volevo solo starti vicino. Vicino ancora per un po'.
- Sei sciocca e ossessiva.
- Lo so. Si chiama amore, è sempre noioso per chi lo subisce. Ma non ti chiedo niente.
- Io non ti voglio vicina.
- Dicevi di volermi.
- Le cose cambiano.
- Io no, io non cambio.
- Boh, peggio per te. Ora dammi la chiave.
- Quale chiave?
- La chiave della porta. Sono stufo di stare qui dentro, voglio andarmene.
- Ma..... io..... non so di cosa parli..... io ero convinta che fossi tu a tenere chiusa me!
- Non dire stupidaggini, sono mesi che mi tieni qui. Ora basta, lasciami andare. Tira fuori quella cazzo di chiave, Lella.
- Ti giuro che non ne so niente..... non mi ricordo, non so come ho fatto a perderla..... non sapevo di averla!
Un pesante silenzio.
- Uscirò di qui, Lella, a costo di sfondare una finestra. Non ti sopporto più.
Sento che ti volti ed esci sbattendo la porta.
Il cuore mi si torce per il dolore. Non so perché ti ho fatto del male, non so come, non so perché mi odi.....
Forse se smetto di mangiare muoio.
Sì ecco, dev'essere quella la soluzione.
C'è sempre una soluzione per tutto.
Chiudo gli occhi e mi addormento.
venerdì 5 settembre 2008
Dove vai adesso?
- Dove vai adesso, Lella?
- Non lo so. Non c'è più niente.
- Niente, le persone? Il mondo? Chi ti vuole bene?
- Non mi vuole bene nessuno. Davvero, intendo.
- Forse non te lo meriti.
- Forse. E adesso scusami, devo andare.
- Dove?
- Verso il vuoto. Non c'è un senso, non c'è una direzione, non esiste giustizia, non esiste l'amore.
- Ma questa è la morte!
- Eh sì. Non posso farci niente. Vado verso l'unica cosa che resta, il vuoto, la morte. La attendo. Non riesco più a fare niente, non ho forze neppure più per sollevare un ago.
- Magari se ne parli con qualcuno.....
- E' disgustoso parlarne con qualcuno. Dicono banalità, oppure giudicano, oppure mentono, oppure fingono di ascoltare, e dieci minuti dopo ridono e pensano che tu debba darti una svegliata e ridere con loro; come se dalla morte ci si potesse svegliare..... No, gli altri non capiscono. Non capiscono mai.
- Scusa un attimo, mi suona il cellulare..... Sì, pronto. Ok, va bene. Allora ci vediamo più tardi. Dicevamo?.....
Lella.....
Lella?.....
- Non lo so. Non c'è più niente.
- Niente, le persone? Il mondo? Chi ti vuole bene?
- Non mi vuole bene nessuno. Davvero, intendo.
- Forse non te lo meriti.
- Forse. E adesso scusami, devo andare.
- Dove?
- Verso il vuoto. Non c'è un senso, non c'è una direzione, non esiste giustizia, non esiste l'amore.
- Ma questa è la morte!
- Eh sì. Non posso farci niente. Vado verso l'unica cosa che resta, il vuoto, la morte. La attendo. Non riesco più a fare niente, non ho forze neppure più per sollevare un ago.
- Magari se ne parli con qualcuno.....
- E' disgustoso parlarne con qualcuno. Dicono banalità, oppure giudicano, oppure mentono, oppure fingono di ascoltare, e dieci minuti dopo ridono e pensano che tu debba darti una svegliata e ridere con loro; come se dalla morte ci si potesse svegliare..... No, gli altri non capiscono. Non capiscono mai.
- Scusa un attimo, mi suona il cellulare..... Sì, pronto. Ok, va bene. Allora ci vediamo più tardi. Dicevamo?.....
Lella.....
Lella?.....
giovedì 4 settembre 2008
Bussi.....
Bussi disperatamente a quella porta.
- Aprite, maledizione! Aprite!! -
Scuoti con rabbia il battacchio di bronzo, assesti un pugno contro il legno del portone dipinto di verde.
- Razza di stronzi! - imprechi.
- Lascia stare - dico con dolcezza. Non posso vederti così, voglio solo che tu stia bene.....
- Dove andremo ora?
- Non lo so. Dai, vieni.
La notte è fredda e nebbiosa, non so dove stiamo andando, e soprattutto non so ancora che è finita.....
Appunto per questo sono felice nel freddo, nel buio, nella nebbia, con la tua mano nella mia e una grande luce nel cuore, mentre la notte sale a sommergerci.
Ora non c'è più una strada. Davanti a me una spessa muraglia di rovi impedisce l'accesso, qualsiasi azione io tenti, sì qualsiasi.
Se non ritrovo la tua voce - basta quella - sono perduta.
Per sempre.
Nella notte per sempre.
- Aprite, maledizione! Aprite!! -
Scuoti con rabbia il battacchio di bronzo, assesti un pugno contro il legno del portone dipinto di verde.
- Razza di stronzi! - imprechi.
- Lascia stare - dico con dolcezza. Non posso vederti così, voglio solo che tu stia bene.....
- Dove andremo ora?
- Non lo so. Dai, vieni.
La notte è fredda e nebbiosa, non so dove stiamo andando, e soprattutto non so ancora che è finita.....
Appunto per questo sono felice nel freddo, nel buio, nella nebbia, con la tua mano nella mia e una grande luce nel cuore, mentre la notte sale a sommergerci.
Ora non c'è più una strada. Davanti a me una spessa muraglia di rovi impedisce l'accesso, qualsiasi azione io tenti, sì qualsiasi.
Se non ritrovo la tua voce - basta quella - sono perduta.
Per sempre.
Nella notte per sempre.
mercoledì 3 settembre 2008
Ridicolo
Ridicolo.....
Sei assolutamente ridicolo, patetico, non ho parole.
Non porterò rancore perché non ne vale la pena.
Sei la dimostrazione della infinità vacuità del Tutto.
giovedì 28 agosto 2008
Il giorno è arrivato
- Svegliati.
Apro gli occhi. Questa volta non è buio, c'è una specie di chiarore notturno. Ma non vedo nulla: ho una benda scura sugli occhi e non posso togliermela perché mi hai legato le mani dietro la schiena. Riesco a sentire che c'è dell'erba sotto di me, una brezza tiepida mi accarezza i capelli.
Credo che tu sia in piedi davanti a me.
- Che giorno è oggi? - chiedi con tono neutro, impersonale.
- Credo che sia il 28 agosto.....
- Bingo!
Ora c'è scherno nella tua voce.
- E dove siamo? - Sento che ti muovi, cammini nervosamente.
- In un prato.
- Minchia che intuizione!
Scoppi a ridere con una strana cattiveria.
- Quale prato?
- Ecco..... questo non lo so.
- Stupida!
- Scusami, proprio non ricordo. Forse se mi togli la benda.....
Ti sento passeggiare avanti e indietro. Improvvisamente ti fermi di fronte a me.
- Che cosa hai fatto? Sì dico, non è possibile che non ricordi!
- Io? Ma quando?
- Stupida, stupida!!
- Ehi senti, calmati, non è colpa mia se non ricordo, ok? Perché non ti siedi qui vicino a me e mi spieghi le cose con tranquillità?
Per qualche minuto continui a camminare per il prato imprecando sottovoce. Poi all'improvviso ti siedi sull'erba accanto a me e senza logica, senza motivo, appoggi la fronte sulle mie ginocchia. Vorrei accarezzarti i capelli ma non posso, ho le mani legate. Soffochi una specie di singhiozzo.
- Non avresti dovuto - dici.
- Lo so - rispondo, e io stessa non capisco cosa sto dicendo e perché.
- Ferma così.
- Come?
- Ferma così, dico. L'inquadratura è perfetta, niente occhi, niente naso, zoom sulla tua bocca.
- Ma che dici? - rido.
Sospiri profondamente.
- Qui, proprio qui.
- Cosa?
- Siamo caduti.
- Davvero? E perché siamo caduti?
- Lo sai.
- C'era una buca? Qualcuno ci ha spinti? Davvero non ricordo.....
Ti alzi all'improvviso e mi respingi infuriato.
- Stupida!! - esclami di nuovo. La tua voce è rotta dalla rabbia, forse dal pianto, non capisco.
- Ehi senti.....
- No no no! Io non ti ascolto, non ti ascolto più. Qualsiasi, sì qualsiasi cosa tu abbia da dirmi, io non ti ascolterò mai più. Io non potrò mai perdonarti questo giorno, mai.....
Scappi via, sento il tuo respiro affannoso, i tuoi passi di corsa allontanarsi sull'erba.
- Aspetta! - grido, ma non mi rispondi.
- Aspetta! Non puoi lasciarmi così, ho le mani legate, non vedo niente..... Torna indietro, ti prego!
Mi alzo barcollando, cerco di fare qualche passo.
All'improvviso qualcosa sopraggiunge di corsa, mi travolge.
Cado di schiena, batto la testa.
Buio, silenzio.
Apro gli occhi. Questa volta non è buio, c'è una specie di chiarore notturno. Ma non vedo nulla: ho una benda scura sugli occhi e non posso togliermela perché mi hai legato le mani dietro la schiena. Riesco a sentire che c'è dell'erba sotto di me, una brezza tiepida mi accarezza i capelli.
Credo che tu sia in piedi davanti a me.
- Che giorno è oggi? - chiedi con tono neutro, impersonale.
- Credo che sia il 28 agosto.....
- Bingo!
Ora c'è scherno nella tua voce.
- E dove siamo? - Sento che ti muovi, cammini nervosamente.
- In un prato.
- Minchia che intuizione!
Scoppi a ridere con una strana cattiveria.
- Quale prato?
- Ecco..... questo non lo so.
- Stupida!
- Scusami, proprio non ricordo. Forse se mi togli la benda.....
Ti sento passeggiare avanti e indietro. Improvvisamente ti fermi di fronte a me.
- Che cosa hai fatto? Sì dico, non è possibile che non ricordi!
- Io? Ma quando?
- Stupida, stupida!!
- Ehi senti, calmati, non è colpa mia se non ricordo, ok? Perché non ti siedi qui vicino a me e mi spieghi le cose con tranquillità?
Per qualche minuto continui a camminare per il prato imprecando sottovoce. Poi all'improvviso ti siedi sull'erba accanto a me e senza logica, senza motivo, appoggi la fronte sulle mie ginocchia. Vorrei accarezzarti i capelli ma non posso, ho le mani legate. Soffochi una specie di singhiozzo.
- Non avresti dovuto - dici.
- Lo so - rispondo, e io stessa non capisco cosa sto dicendo e perché.
- Ferma così.
- Come?
- Ferma così, dico. L'inquadratura è perfetta, niente occhi, niente naso, zoom sulla tua bocca.
- Ma che dici? - rido.
Sospiri profondamente.
- Qui, proprio qui.
- Cosa?
- Siamo caduti.
- Davvero? E perché siamo caduti?
- Lo sai.
- C'era una buca? Qualcuno ci ha spinti? Davvero non ricordo.....
Ti alzi all'improvviso e mi respingi infuriato.
- Stupida!! - esclami di nuovo. La tua voce è rotta dalla rabbia, forse dal pianto, non capisco.
- Ehi senti.....
- No no no! Io non ti ascolto, non ti ascolto più. Qualsiasi, sì qualsiasi cosa tu abbia da dirmi, io non ti ascolterò mai più. Io non potrò mai perdonarti questo giorno, mai.....
Scappi via, sento il tuo respiro affannoso, i tuoi passi di corsa allontanarsi sull'erba.
- Aspetta! - grido, ma non mi rispondi.
- Aspetta! Non puoi lasciarmi così, ho le mani legate, non vedo niente..... Torna indietro, ti prego!
Mi alzo barcollando, cerco di fare qualche passo.
All'improvviso qualcosa sopraggiunge di corsa, mi travolge.
Cado di schiena, batto la testa.
Buio, silenzio.
lunedì 25 agosto 2008
Ancora quel sogno..... VI
- Svegliati.
Mi riscuoto di soprassalto.
- Che c'è?
- Niente. Volevo solo ricordatelo.
Mi stropiccio gli occhi, sono ancora intontita dal sonno. Non capisco..... Allungo la mano nel buio e sfioro i tuoi capelli. Chissà se sei biondo o bruno, chissà perché non lo so più.
- Hai capito? - insisti.
- No.....
Ti sottrai alla mia carezza, scendi dal letto con un guizzo, ti alzi. Sento che ti stai rivestendo in fretta.
- Sei una sciocca.
- Probabilmente sì. Però una volta non eri così, eri gentile con me..... Cosa ti ho fatto?
- Sei una sciocca.
- Va bene. Ma tu spiegami, per favore.
- Tre giorni. Mancano tre giorni.
Sento il rumore secco della fibbia dei pantaloni, il fruscio delle scarpe che ti stai infilando, il clac della maniglia della porta che stai aprendo. Sulla soglia ti fermi e ripeti:
- Tre giorni. Ricordatelo bene, ok?
- Sì.
Sei uscito, sento i tuoi passi allontanarsi nel corridoio.
Tre giorni..... Chissà cosa intendevi dire.
Ma tanto non me lo spiegherai.
Buona notte, amore.
Mi riscuoto di soprassalto.
- Che c'è?
- Niente. Volevo solo ricordatelo.
Mi stropiccio gli occhi, sono ancora intontita dal sonno. Non capisco..... Allungo la mano nel buio e sfioro i tuoi capelli. Chissà se sei biondo o bruno, chissà perché non lo so più.
- Hai capito? - insisti.
- No.....
Ti sottrai alla mia carezza, scendi dal letto con un guizzo, ti alzi. Sento che ti stai rivestendo in fretta.
- Sei una sciocca.
- Probabilmente sì. Però una volta non eri così, eri gentile con me..... Cosa ti ho fatto?
- Sei una sciocca.
- Va bene. Ma tu spiegami, per favore.
- Tre giorni. Mancano tre giorni.
Sento il rumore secco della fibbia dei pantaloni, il fruscio delle scarpe che ti stai infilando, il clac della maniglia della porta che stai aprendo. Sulla soglia ti fermi e ripeti:
- Tre giorni. Ricordatelo bene, ok?
- Sì.
Sei uscito, sento i tuoi passi allontanarsi nel corridoio.
Tre giorni..... Chissà cosa intendevi dire.
Ma tanto non me lo spiegherai.
Buona notte, amore.
domenica 24 agosto 2008
Conversazione con Luca
- Luca, se non trovo il coraggio di vivere questo momento fino in fondo la mia vita sarà pura immondizia..... Credo che la vita stessa stia cercando di mandarmi segnali di ogni genere per farmi capire che basta, ho sprecato tutto finora. C'è una contraddizione troppo evidente tra ciò che ho creduto di fare e ciò che ho invece ottenuto. Se dovessi dirti che cosa m'interessa nella vita, che cosa veramente mi è mai interessato, direi: l'amore. Ma non nel senso dolciastro e fasullo in cui ce lo propinano di solito.....
- Lo so benissimo in che senso, penso e credo nella stessa cosa.
- Sì...... Lui è stato la rivelazione di quanto grande possa essere questo amore, che già conoscevo un po', e adesso proprio lui che lo ha vissuto non se ne ricorda più, è come se lo avessi vissuto io da sola, in sogno..... Questa è la contraddizione più atroce in cui la vita mi abbia fatta imbattere. Ma già in precedenza è stata sempre la stessa cosa, in tono minore ma non meno dolorosa, anche se più diluita nel tempo.
- Già. Ma non può andare a finire sempre così. Almeno, non puoi pensare questo.
- No no, Luca, su questo ti sbagli proprio. Sono anni che faccio e rifaccio tentativi. Il finale è sempre lo stesso. Anzi, è sempre più drammatico, come dimostra il caso di Fabrizio, che, se vogliamo, li riassume tutti, perché l'ho amato più di chiunque altro. Quando succede così è un segnale.
- Un segnale di cosa?
- Non lo so. Ma se uno non è un incommensurabile idiota DEVE coglierlo e cercare di capirlo. Credo che significhi semplicemente questo: "Razza di cogliona, deciditi a capire che la tua strada NON è questa!"
- E qual è? Devi diventare un'acida egoista rompicoglioni egocentrica del cazzo? No, mi spiace, io non voglio.
- No, non dico questo..... Però mai come in questo momento ho sentito che è sbagliatissimo che io resti qui a fare cose in cui non credo e che non hanno senso.
- E cos'ha senso?
- Non lo so, Luca. Se lo sapessi lo farei. Mai come in questo momento ho sentito che leggere un libro non serve a un cazzo. Ascoltare musica idem. Guardare un film pure. Sono tutte parentesi di tempo fra noi e la morte, puri riempitivi.
- Sì, ma sono parentesi che ti fanno giungere al cospetto della morte come una persona MIGLIORE. Se per te questo non vale niente...
- No Luca, io mi faccio pena e schifo. E non alludo alla mia faccia, che comunque rientra anche lei nel discorso, è un avvertimento..... Forse questi avvertimenti così pesanti cercano di farmi capire quello che io mi ostino a non capire: cioè che adesso o mai più devo ricercare qualcosa.
- Ma cosa? Cosa vale la pena di essere ricercato e rincorso per tutta la vita se non l'Amore?
- Io sento con una chiarezza impressionante che se mi rimetto a fare le solite cose questa volta la sconfitta è totale, non ci sarà un'altra volta. E poi Luca, l'Amore come dici tu, o l'amore, se non è quello che ho dato a lui, semplicemente non esiste. Il che significa che non è quella la strada.
- L'Amore non esiste?
- Io non potrò mai amare né di più né meglio, quindi è sbagliato. Non è quello l'amore, io non lo conosco, non so cos'è! Io credo di dare amore, ma il risultato, che è quello che conta, mi dice che quello che io dò fa del male, e quindi non è amore, non è quello giusto, io non so cos'è!
- Potrai essere amata di più, e meglio.
- Non m'importa di essere amata, Luca. Voglio imparare ad amare io. Scusami adesso, mi è venuto all'improvviso un fortissimo mal di stomaco.....
- Come ti capisco. Prendi un Maalox.
- Non ce l'ho.
- Prendi qualcosa.....
- Sì, ok.
- Dammi tue notizie appena possibile.
- Sì. Grazie di tutto.
- Lo so benissimo in che senso, penso e credo nella stessa cosa.
- Sì...... Lui è stato la rivelazione di quanto grande possa essere questo amore, che già conoscevo un po', e adesso proprio lui che lo ha vissuto non se ne ricorda più, è come se lo avessi vissuto io da sola, in sogno..... Questa è la contraddizione più atroce in cui la vita mi abbia fatta imbattere. Ma già in precedenza è stata sempre la stessa cosa, in tono minore ma non meno dolorosa, anche se più diluita nel tempo.
- Già. Ma non può andare a finire sempre così. Almeno, non puoi pensare questo.
- No no, Luca, su questo ti sbagli proprio. Sono anni che faccio e rifaccio tentativi. Il finale è sempre lo stesso. Anzi, è sempre più drammatico, come dimostra il caso di Fabrizio, che, se vogliamo, li riassume tutti, perché l'ho amato più di chiunque altro. Quando succede così è un segnale.
- Un segnale di cosa?
- Non lo so. Ma se uno non è un incommensurabile idiota DEVE coglierlo e cercare di capirlo. Credo che significhi semplicemente questo: "Razza di cogliona, deciditi a capire che la tua strada NON è questa!"
- E qual è? Devi diventare un'acida egoista rompicoglioni egocentrica del cazzo? No, mi spiace, io non voglio.
- No, non dico questo..... Però mai come in questo momento ho sentito che è sbagliatissimo che io resti qui a fare cose in cui non credo e che non hanno senso.
- E cos'ha senso?
- Non lo so, Luca. Se lo sapessi lo farei. Mai come in questo momento ho sentito che leggere un libro non serve a un cazzo. Ascoltare musica idem. Guardare un film pure. Sono tutte parentesi di tempo fra noi e la morte, puri riempitivi.
- Sì, ma sono parentesi che ti fanno giungere al cospetto della morte come una persona MIGLIORE. Se per te questo non vale niente...
- No Luca, io mi faccio pena e schifo. E non alludo alla mia faccia, che comunque rientra anche lei nel discorso, è un avvertimento..... Forse questi avvertimenti così pesanti cercano di farmi capire quello che io mi ostino a non capire: cioè che adesso o mai più devo ricercare qualcosa.
- Ma cosa? Cosa vale la pena di essere ricercato e rincorso per tutta la vita se non l'Amore?
- Io sento con una chiarezza impressionante che se mi rimetto a fare le solite cose questa volta la sconfitta è totale, non ci sarà un'altra volta. E poi Luca, l'Amore come dici tu, o l'amore, se non è quello che ho dato a lui, semplicemente non esiste. Il che significa che non è quella la strada.
- L'Amore non esiste?
- Io non potrò mai amare né di più né meglio, quindi è sbagliato. Non è quello l'amore, io non lo conosco, non so cos'è! Io credo di dare amore, ma il risultato, che è quello che conta, mi dice che quello che io dò fa del male, e quindi non è amore, non è quello giusto, io non so cos'è!
- Potrai essere amata di più, e meglio.
- Non m'importa di essere amata, Luca. Voglio imparare ad amare io. Scusami adesso, mi è venuto all'improvviso un fortissimo mal di stomaco.....
- Come ti capisco. Prendi un Maalox.
- Non ce l'ho.
- Prendi qualcosa.....
- Sì, ok.
- Dammi tue notizie appena possibile.
- Sì. Grazie di tutto.
venerdì 22 agosto 2008
Ancora quel sogno..... V
- Ciao.....
Sei di nuovo qui, ti sento. Non so quando sei entrato. Sono tanto, tanto contenta. Ma tu non rispondi al mio saluto.
- Senti.....
Non oso dirti che non ricordo il tuo nome.
- Senti, io sto bene qui. Puoi dirmi solo perché è tutto buio?
- E' perché non voglio vedere la tua faccia.
- Cos'ha la mia faccia?
- E' brutta.
Sento un colpo al cuore.
- Ma io non ero brutta! - protesto.
- Ora però lo sei. E' stato quell'incidente, non ricordi?
No, in effetti non ricordo, non ricordo proprio niente..... Se sono brutta ovviamente non posso piacerti, e allora perché mi tieni qui? Mi rintano sotto le coperte.
Sento che mi raggiungi, ti corichi vicino a me.
- Ma tu..... Sì, cioè.....
- Vuoi sapere perché ti tengo qui? Appunto perché qui è buio. Ora poi non ricordo esattamente se sei viva o morta. Ci sei ma è come se non ci fossi. Ma al buio è diverso: ti raggiungo ogni tanto e sto un po' con te. Capisci?
Sì. Ti sembrerà strano ma capisco.
Chiudo gli occhi e mi addormento.
Sei di nuovo qui, ti sento. Non so quando sei entrato. Sono tanto, tanto contenta. Ma tu non rispondi al mio saluto.
- Senti.....
Non oso dirti che non ricordo il tuo nome.
- Senti, io sto bene qui. Puoi dirmi solo perché è tutto buio?
- E' perché non voglio vedere la tua faccia.
- Cos'ha la mia faccia?
- E' brutta.
Sento un colpo al cuore.
- Ma io non ero brutta! - protesto.
- Ora però lo sei. E' stato quell'incidente, non ricordi?
No, in effetti non ricordo, non ricordo proprio niente..... Se sono brutta ovviamente non posso piacerti, e allora perché mi tieni qui? Mi rintano sotto le coperte.
Sento che mi raggiungi, ti corichi vicino a me.
- Ma tu..... Sì, cioè.....
- Vuoi sapere perché ti tengo qui? Appunto perché qui è buio. Ora poi non ricordo esattamente se sei viva o morta. Ci sei ma è come se non ci fossi. Ma al buio è diverso: ti raggiungo ogni tanto e sto un po' con te. Capisci?
Sì. Ti sembrerà strano ma capisco.
Chiudo gli occhi e mi addormento.
giovedì 14 agosto 2008
Sì, però vedi.....
- Sì, però vedi, Lella, se fosse come dici tu.....
- Sposta un po' il cavalletto, così non la inquadri bene la chiesa.
- Vuoi guardare tu?
- Ok. Un po' più a destra, direi..... Ecco, così è perfetto.
- Ora devi sottoesporre, così. Si dovrebbe sottoesporla sempre, una foto fatta all'esterno col sole.
- Capito.
- Scatta.
- Fatto.
- Adesso sovraesponiamo.....
- Scatto?
- Scatta. Bene, adesso il resto lo farà il pc con l'hdr.
- Wow, benissimo.
- Ecco, però, Lella, stavo dicendo.....
- Sì lo so. Lo so. Stavi dicendo che se fosse come dico io, le farfalle, l'amore elementare, la felicità assoluta e tutto il resto, lui non sarebbe sparito. Sediamoci su questa panchina all'ombra, fa caldo.
- Ma nemmeno, Lella. Non volevo nemmeno dire questo. Bastava di meno, eh. Bastava un po' di semplice, comune umanità..... Cioè, io non sono innamorato di te, ma non ti avrei mai lasciata così sola.
- Veramente siamo stato quattro anni senza sentirci, io e te.
- Avevamo litigato, mi hai mandato a stendere. Io però so tutto di te, non ho mai smesso di informarmi.....
- Beh, questo è bello da parte tua.
- Sì, però quel tuo blog.....
- Cosa? Leggi il mio blog? E come lo hai trovato?
- La rete non ha segreti per me.
- Cosa c'è che non va nel mio blog?
- Insomma, non mi va che mi chiami Mauro.
- E come dovrei chiamarti? Non vorrai che usi il tuo vero nome!
- No, d'accordo, ma non Mauro. Mi fa schifo Mauro.
- Va bene, da oggi sarai Luca.
- Ok, vada per Luca.
- Sta per piovere..... Tuona, lo senti? Ritira il cavalletto e andiamocene.
- Incomincia a gocciolare..... Gocce grosse come noci!
- La pioggia è bella. Sali in macchina, presto.
- Uff, 'ste donne. Stai sempre a guardarsi nello specchietto.
- Eh ma è per via del naso..... Come lo trovi?
- Ottimo.
- No invece, sembro un tacchino. Hai presente quelle escrescenze che hanno sul becco?
- Sì, e i bargigli anche. Dai, metti in moto, va'.
- Sposta un po' il cavalletto, così non la inquadri bene la chiesa.
- Vuoi guardare tu?
- Ok. Un po' più a destra, direi..... Ecco, così è perfetto.
- Ora devi sottoesporre, così. Si dovrebbe sottoesporla sempre, una foto fatta all'esterno col sole.
- Capito.
- Scatta.
- Fatto.
- Adesso sovraesponiamo.....
- Scatto?
- Scatta. Bene, adesso il resto lo farà il pc con l'hdr.
- Wow, benissimo.
- Ecco, però, Lella, stavo dicendo.....
- Sì lo so. Lo so. Stavi dicendo che se fosse come dico io, le farfalle, l'amore elementare, la felicità assoluta e tutto il resto, lui non sarebbe sparito. Sediamoci su questa panchina all'ombra, fa caldo.
- Ma nemmeno, Lella. Non volevo nemmeno dire questo. Bastava di meno, eh. Bastava un po' di semplice, comune umanità..... Cioè, io non sono innamorato di te, ma non ti avrei mai lasciata così sola.
- Veramente siamo stato quattro anni senza sentirci, io e te.
- Avevamo litigato, mi hai mandato a stendere. Io però so tutto di te, non ho mai smesso di informarmi.....
- Beh, questo è bello da parte tua.
- Sì, però quel tuo blog.....
- Cosa? Leggi il mio blog? E come lo hai trovato?
- La rete non ha segreti per me.
- Cosa c'è che non va nel mio blog?
- Insomma, non mi va che mi chiami Mauro.
- E come dovrei chiamarti? Non vorrai che usi il tuo vero nome!
- No, d'accordo, ma non Mauro. Mi fa schifo Mauro.
- Va bene, da oggi sarai Luca.
- Ok, vada per Luca.
- Sta per piovere..... Tuona, lo senti? Ritira il cavalletto e andiamocene.
- Incomincia a gocciolare..... Gocce grosse come noci!
- La pioggia è bella. Sali in macchina, presto.
- Uff, 'ste donne. Stai sempre a guardarsi nello specchietto.
- Eh ma è per via del naso..... Come lo trovi?
- Ottimo.
- No invece, sembro un tacchino. Hai presente quelle escrescenze che hanno sul becco?
- Sì, e i bargigli anche. Dai, metti in moto, va'.
Amori di farfalle
Inchiodo all'improvviso: una coppia di farfalle marroni in amore attraversa svolazzando la strada, si ferma sull'asfalto, incurante della mia presenza. Sono in ritardo, devo passare per forza..... Macché, non si muovono!
Penso che è incredibile lo stordimento che dà l'amore; e si tratta solo di un amore di farfalle.
Ma forse proprio attraverso di loro posso comprendere meglio. Ne ho bisogno, anche oggi è un giorno difficile.....
Non eravamo diversi noi: anche noi pura gioia di esistere insieme, dovunque fossimo, con chiunque ci trovassimo, storditi, narcotizzati, incapaci di cogliere la realtà esterna. Gioia di vederci, gioia di sentirci, gioia di condividere un bicchiere di vino, un panino, una canzone, il sole, la notte.
Cerco di passare sopra le farfalle senza toccarle. Controllo dal retrovisore, ce l'ho fatta: sono ancora lì, intatte; riprendono il loro volo ubriaco, volteggiano per pochi metri e si posano su un prato.
Indifferenti a tutto, felicità allo stato primitivo.
Impazzite, come noi, di quella follia che vista dall'esterno non è neppure ridicola, tanto è assoluta: è, semplicemente, l'essenza elementare della Natura.
Penso che è incredibile lo stordimento che dà l'amore; e si tratta solo di un amore di farfalle.
Ma forse proprio attraverso di loro posso comprendere meglio. Ne ho bisogno, anche oggi è un giorno difficile.....
Non eravamo diversi noi: anche noi pura gioia di esistere insieme, dovunque fossimo, con chiunque ci trovassimo, storditi, narcotizzati, incapaci di cogliere la realtà esterna. Gioia di vederci, gioia di sentirci, gioia di condividere un bicchiere di vino, un panino, una canzone, il sole, la notte.
Cerco di passare sopra le farfalle senza toccarle. Controllo dal retrovisore, ce l'ho fatta: sono ancora lì, intatte; riprendono il loro volo ubriaco, volteggiano per pochi metri e si posano su un prato.
Indifferenti a tutto, felicità allo stato primitivo.
Impazzite, come noi, di quella follia che vista dall'esterno non è neppure ridicola, tanto è assoluta: è, semplicemente, l'essenza elementare della Natura.
Ancora quel sogno..... IV
Apro gli occhi. Non so perché li apro, non vedo nulla, ma sento una presenza.
Allungo la mano, ti tocco. Sei qui vicino a me, dormi profondamente, il tuo respiro è leggero e regolare.
Ritiro la mano piano piano, per non disturbare il tuo sonno.
Sei entrato di nascosto, ti sei spogliato in silenzio e non mi hai svegliata, non mi hai detto niente. Non faremo l'amore, sei qui soltanto per dormire, e io sono felice.
Ti parlo senza voce. Ti dico tutte le cose che ho sentito, che ho pensato. Ti racconto di tutte le volte che ho pregato perché tu capissi, di quella stella cadente alla quale ho affidato questo desiderio che, chissà come, è stato esaudito.
Comincio a capire che sono prigioniera di questo buio, l'unico luogo in cui posso rivederti.
E' solo un sogno, lo so, ma non svegliatemi.....
Non svegliatemi più, vi prego.
Allungo la mano, ti tocco. Sei qui vicino a me, dormi profondamente, il tuo respiro è leggero e regolare.
Ritiro la mano piano piano, per non disturbare il tuo sonno.
Sei entrato di nascosto, ti sei spogliato in silenzio e non mi hai svegliata, non mi hai detto niente. Non faremo l'amore, sei qui soltanto per dormire, e io sono felice.
Ti parlo senza voce. Ti dico tutte le cose che ho sentito, che ho pensato. Ti racconto di tutte le volte che ho pregato perché tu capissi, di quella stella cadente alla quale ho affidato questo desiderio che, chissà come, è stato esaudito.
Comincio a capire che sono prigioniera di questo buio, l'unico luogo in cui posso rivederti.
E' solo un sogno, lo so, ma non svegliatemi.....
Non svegliatemi più, vi prego.
martedì 12 agosto 2008
E' passato
Sono contenta che questo giorno sia passato. E' stato molto, molto, molto faticoso.....
Non credo che si dovrebbe vivere così, cercando di buttarsi alle spalle i giorni.
L'alternativa sarebbe non avere memoria, ma per questo ci vuole una speciale predisposizione, credo.
Io non ce l'ho.
In questa confusione di ricordi difficili che rimbalzano contro le cose difficili del presente rischierei di impazzire se non vedessi la tua mano tesa.....
Sarà vera?
O è di nuovo la mia immaginazione?
Non credo che si dovrebbe vivere così, cercando di buttarsi alle spalle i giorni.
L'alternativa sarebbe non avere memoria, ma per questo ci vuole una speciale predisposizione, credo.
Io non ce l'ho.
In questa confusione di ricordi difficili che rimbalzano contro le cose difficili del presente rischierei di impazzire se non vedessi la tua mano tesa.....
Sarà vera?
O è di nuovo la mia immaginazione?
lunedì 11 agosto 2008
Ancora quel sogno..... III
Ti sento rientrare.
- Ciao, sei tu? Non so quanto ho dormito.
- Non più di dieci minuti.
- Sei tornato?
- Solo per riprendere le chiavi della macchina. Le ho dimenticate sulla cassettiera.
- Ma perché te ne vai? Dove vai?
- Al ballo in maschera.
- Sai ballare?
- No.
- E allora perché ci vai?
- Per via della maschera.
- Ti piacciono le maschere?
- No, affatto. E' solo che bisogna indossarle, tutto qui.
- Non capisco..... Perché bisogna?
- Perché sì. Ricordi? La colpa è tua che hai perso il portachiavi.
- Mia?..... Quale portachiavi, scusa?
- Quello che mi avevi regalato, con sopra inciso Save Your Soul. Senza quello tutto è impossibile, l'acqua sale e rischio di affogare. Perciò adesso non mi resta che andare al ballo in maschera.
- Save Your Soul? Ma che senso ha?
- Appunto, nessuno. A parte il fatto che si dice Save Our Souls, avevi pure sbagliato a scrivere.
Esci e ti tiri dietro la porta.
Mi sento soffocare, fa caldo.....
Vorrei aprire la finestra.
Save Your Soul.....
- Ciao, sei tu? Non so quanto ho dormito.
- Non più di dieci minuti.
- Sei tornato?
- Solo per riprendere le chiavi della macchina. Le ho dimenticate sulla cassettiera.
- Ma perché te ne vai? Dove vai?
- Al ballo in maschera.
- Sai ballare?
- No.
- E allora perché ci vai?
- Per via della maschera.
- Ti piacciono le maschere?
- No, affatto. E' solo che bisogna indossarle, tutto qui.
- Non capisco..... Perché bisogna?
- Perché sì. Ricordi? La colpa è tua che hai perso il portachiavi.
- Mia?..... Quale portachiavi, scusa?
- Quello che mi avevi regalato, con sopra inciso Save Your Soul. Senza quello tutto è impossibile, l'acqua sale e rischio di affogare. Perciò adesso non mi resta che andare al ballo in maschera.
- Save Your Soul? Ma che senso ha?
- Appunto, nessuno. A parte il fatto che si dice Save Our Souls, avevi pure sbagliato a scrivere.
Esci e ti tiri dietro la porta.
Mi sento soffocare, fa caldo.....
Vorrei aprire la finestra.
Save Your Soul.....

sabato 9 agosto 2008
Ancora quel sogno..... II
Nel buio profondo ti muovi per la stanza. Posi qualcosa su una sedia, sento il tintinnare di una monetina che cade, il rumore secco della fibbia della cintura che si slaccia, il fruscio dei pantaloni che ti stai sfilando.
- Dove sono? - chiedo.
- Nel solito posto - rispondi con tono rassicurante.
Non oso dirti che non ricordo.....
Eppure tutto questo non mi è nuovo.
Ti siedi sul letto e allunghi una mano a sfiorare la mia.
- Lo sai che giorno è oggi?
- No - confesso timidamente.
- Dovresti.
- Ma non vedo fuori, l'ora del giorno, la stagione..... cioè, non vedo niente..... è come se fossi diventata cieca!
La voce mi trema un po'. Mi accarezzi le dita piano.
- Stai tranquilla, va tutto bene. E' così che dev'essere.
- Ma che giorno è? Perché dovrei saperlo?
- Perché è il giorno della torre.
- Quale torre?
- Lo sai bene.
- No, io.....
- Non dire di no. Dovevamo salire, lo sai.
- E perché non ci siamo saliti?
- Forse perché avevi paura.
- Già, forse.....
- Era importante. Fondamentale. E' stato un errore terribile.
- Capisco. Ma non possiamo salirci adesso?
- No, adesso è troppo tardi. Adesso devi dormire, non c'è altro da fare ormai.
Ti alzi e richiudi la porta dietro di te.
- Dove vai? - chiedo.
Non ottengo risposta.
- Dove vai? Dove vai??
Sono sola, non vedo nulla, non so dove sono..... Il cuore mi batte all'impazzata.
.....E mi sveglio. Il cuscino quasi mi soffoca, la testa mi fa male.
Dove sei andato?
Chi sei?.....
- Dove sono? - chiedo.
- Nel solito posto - rispondi con tono rassicurante.
Non oso dirti che non ricordo.....
Eppure tutto questo non mi è nuovo.
Ti siedi sul letto e allunghi una mano a sfiorare la mia.
- Lo sai che giorno è oggi?
- No - confesso timidamente.
- Dovresti.
- Ma non vedo fuori, l'ora del giorno, la stagione..... cioè, non vedo niente..... è come se fossi diventata cieca!
La voce mi trema un po'. Mi accarezzi le dita piano.
- Stai tranquilla, va tutto bene. E' così che dev'essere.
- Ma che giorno è? Perché dovrei saperlo?
- Perché è il giorno della torre.
- Quale torre?
- Lo sai bene.
- No, io.....
- Non dire di no. Dovevamo salire, lo sai.
- E perché non ci siamo saliti?
- Forse perché avevi paura.
- Già, forse.....
- Era importante. Fondamentale. E' stato un errore terribile.
- Capisco. Ma non possiamo salirci adesso?
- No, adesso è troppo tardi. Adesso devi dormire, non c'è altro da fare ormai.
Ti alzi e richiudi la porta dietro di te.
- Dove vai? - chiedo.
Non ottengo risposta.
- Dove vai? Dove vai??
Sono sola, non vedo nulla, non so dove sono..... Il cuore mi batte all'impazzata.
.....E mi sveglio. Il cuscino quasi mi soffoca, la testa mi fa male.
Dove sei andato?
Chi sei?.....

mercoledì 6 agosto 2008
Ancora quel sogno.....
Apro gli occhi e sono cieca. Il buio più assoluto mi circonda. Dove sono?
Allungo una mano a toccare qualcosa..... è un letto, sì, un grande letto. Vicino a me c'è un comodino di legno ruvido.
Come sono arrivata in questo posto?
E perché non vedo nulla di nulla?
Ma soprattutto: perché sono qui?
Sento dei passi avvicinarsi..... la maniglia scatta, la porta cigola, si apre. Ho il cuore in gola.
- Ciao - dice una voce, semplicemente. E' dolce, tranquillizzante, mi sembra di conoscerla.....
- Chi sei? - chiedo.
- Vado in bagno - risponde.
- Chi sei? - ripeto.
- Aspettami, ti raggiungo subito.
La porta del bagno si chiude, sento lo scroscio dell'acqua. Mi rannicchio sotto le coperte, si sta bene qui, mi rilasso.
.....E mi sveglio.
La luce che filtra dalle imposte ferisce i miei occhi. Li richiudo, voglio tornare in quel buio, voglio sapere.....
Chi sei?
Allungo una mano a toccare qualcosa..... è un letto, sì, un grande letto. Vicino a me c'è un comodino di legno ruvido.
Come sono arrivata in questo posto?
E perché non vedo nulla di nulla?
Ma soprattutto: perché sono qui?
Sento dei passi avvicinarsi..... la maniglia scatta, la porta cigola, si apre. Ho il cuore in gola.
- Ciao - dice una voce, semplicemente. E' dolce, tranquillizzante, mi sembra di conoscerla.....
- Chi sei? - chiedo.
- Vado in bagno - risponde.
- Chi sei? - ripeto.
- Aspettami, ti raggiungo subito.
La porta del bagno si chiude, sento lo scroscio dell'acqua. Mi rannicchio sotto le coperte, si sta bene qui, mi rilasso.
.....E mi sveglio.
La luce che filtra dalle imposte ferisce i miei occhi. Li richiudo, voglio tornare in quel buio, voglio sapere.....
Chi sei?
lunedì 4 agosto 2008
Endeavour
Il veliero procede attraverso nebbie ignote, ormai da mesi. Non si vede traccia di terre emerse, non si vede l'orizzonte..... Soltanto acqua e nuvole basse. L'atmosfera stagnante è irrespirabile.
Il sole malato s'intravede appena tra la caligine, la sua luce è verdognola, fioca.
Che nome ha tutto questo?
E' quello che chiamano
vita?

Endeavour
Il sole malato s'intravede appena tra la caligine, la sua luce è verdognola, fioca.
Che nome ha tutto questo?
E' quello che chiamano
vita?

Endeavour
domenica 3 agosto 2008
Intimità e confidenza
Tra le varie cose che ci diciamo non c'è la più importante: che piacere rivederti. Il pudore ce lo impedisce. Ci eravamo lasciati insultandoci quattro anni fa ed avevo giurato a me stessa di non darti un'altra possibilità. E invece eccoci qui.
Sarà il momento un po' (tanto) particolare che sto vivendo, sarà che sotto sotto mi vuoi bene, sarà che invecchio precocemente (.....), insomma sono contenta di rivederti.
Penso a questo oggi mentre siamo seduti al tavolino di un bar in un paesello sperduto fra le colline, e tu bevi la tua Coca Cola mentre io sorseggio un succo di frutta.
Che strana la storia che mi racconti, non ti credevo tipo da grandi amori impossibili..... Ostenti la tua solita apatia, parli con il solito tono monocorde, se non sapessi che hai sofferto molto non riuscirei a capirlo dal tuo viso. Eppure a quanto pare è così. Ti ascolto stupita.
- Ma alla fine perché vi siete lasciati? - ti chiedo.
Ti stringi nelle spalle:
- Sposata, marito industriale, una serie di privilegi ai quali non voleva rinunciare.....
- Insomma non ti amava.
- No. E' chiaro che no. Diciamo che ero il suo giocattolo.
- Oppure ha voluto evitarti un futuro assurdo. Dai Mauro, cosa avreste potuto fare insieme? Adesso tanto quanto, ma fra dieci anni?..... E con quali prospettive?
- Non mi frega un cazzo delle prospettive. Io vivo oggi, per me andava bene così. Io avrei scelto comunque lei.
- Capisco. Cioè credo di capire..... Però mica tanto, eh! No, davvero Mauro, seriamente, mettiti nei suoi panni: se ti voleva bene doveva per forza pensare a te; cioè, che razza di futuro ti avrebbe preparato? Tu una famiglia dovresti fartela adesso che sei giovane, lei ti avrebbe rubato anni preziosi, e per cosa poi? Due, tre, massimo dieci anni di felicità, forse, chi lo sa. O forse neanche quelli. E in ogni caso niente progetti per l'avvenire, niente figli.....
- Ma chissene dei figli, Lella! Io stavo bene con lei! Punto.
Ti vedo irremovibile, meglio non insistere. Bevi un sorso di Coca, accendi l'ennesima sigaretta, aspiri il fumo e lo soffi via.
- Sai cos'è che proprio non va? - riprendi.
- No, dimmi.
- Il fatto che tra me e lei c'era un'intimità profondissima. Ci conoscevamo poco, almeno di persona; ci saremo visti non più di una ventina di volte..... Eppure fin dal primo momento c'è stata una sintonia assoluta. Ci capivamo senza bisogno di parlare, specialmente..... beh sì, in quei momenti. E questa mi sembrava una cosa molto importante, non pensavo che l'avrebbe buttata via così.
- Avevate molta confidenza?
- No, al contrario. Avevamo pochissima confidenza. L'intimità è inversamente proporzionale alla confidenza: la confidenza produce disattenzione, uno si sente a suo agio e quindi non presta attenzione all'altro, gli manca di rispetto senza nemmeno accorgersene. La confidenza è abitudine, è quando si è seduti insieme a tavola e ognuno si fa i cazzi suoi, lui guarda la televisione, lei legge un giornale, l'altro è una presenza fisica, un corpo: si sa che c'è, che bisogno c'è di prestargli attenzione? E questo uccide l'eros.
- E l'intimità?
- L'intimità è l'esatto opposto. E' quando una persona ti mette un po' in soggezione, perché l'amore vero fa paura..... e perciò di quella persona hai un rispetto profondissimo, sei sempre sintonizzato su di lei. E nei momenti intimi vorresti azzerare ogni distanza, non so come dire, entrare direttamente in lei.....
- Beh.....
- NON in quel senso, Lella! Eccheccazzo.
- Ho capito, cercavo solo di sdrammatizzare.....
- Ecco, l'intimità è questo: cercare di entrare dentro una persona. E quindi quei momenti hanno sempre qualcosa di mistico, hai sempre un po' di batticuore. Altro che confidenza. Non so se mi sono spiegato.
- Perfettamente.
Un pensiero mi turba, te ne accorgi subito.
- Che c'è?
- No, niente..... E' solo che temo di avere commesso proprio questo errore con Fabrizio. Cioè, dopo un paio d'anni lo davo per scontato, probabilmente non ero più abbastanza attenta a lui.
- Mah Lella..... Se ti può consolare io ero attentissimo a Roberta, eppure è andata lo stesso com'è andata.
- Già, hai ragione.
Alle nostre spalle c'è una specie di balera, ci dev'essere una festa di paese e fervono i preparativi. Alcuni musicisti stanno provando gli strumenti, ci tocca parlare a voce sempre più alta.
- Che posto assurdo - dici ridendo - Cioè, è bello ma proprio fuori del mondo. Per carità, paesaggi da poster, ma per uno di città come me è roba da non credere..... Non mi stupirei se qui dietro tra poco ci fossero le eliminatorie di Miss Padania.
- Spiacente, quelle ci sono state la settimana scorsa.
- Oh cazzo, ci perdiamo il meglio allora. Non vedevo l'ora di trovarmi in mezzo a un bel po' di camicie verdi barotte e sudaticce che parlano in alessandrino stretto.
- Scusa, ma non eri di destra tu?
- Di destra, mica leghista. Destra-destra, quella storica. Mussolini, mica i pagliacci di adesso, mica quel coglione di Fini o quel rimbambito di Bossi.
Veramente, con la coda dell'occhio, mi par di vedere delle bandiere rosse..... Cambio argomento.
- Vabbè, lasciamo perdere la politica che è meglio. Dimmi del tuo libro, come procede?
- Vado avanti. Pieno di dubbi però, ho l'impressione che venga su una cazzata sentimentale.
- Nemmeno un po', Mauro. Dico sul serio. I capitoli che mi hai mandato sono molto belli, forti, per niente sentimentali. Continua a scrivere, ti prego.
- Ok. Visto che ci tieni.....
- Sì. Anzi, se vuoi leggiamo qualcosa insieme e io ti dico le mie impressioni.
- Davvero? Affare fatto. Ne ho giusto un capitolo con me e vorrei.....
Mi perdo le ultime parole. Uno strillo di tromba che sembra un gallo strozzato le copre, i musicisti stanno veramente rompendo, non si capisce più niente.
- Come? - dico forte.
- Dicevo che mi piacerebbe.....
Peeeeeeeeeèèè....... Zum, zum, zum, zum........ Pò-poropò-poropò-poropò.........
- Non riesco a sentirti Mauro, puoi ripetere?
Pò-pò-pò-pò-pò......... Tunf, tunf, tunf, tunf........
Parte anche la batteria adesso. Vedo il labiale ma non sento più nulla.
Una mattinaaaaaaaaaaaa.........
Mi son svegliatoooooooo........
O bella ciao bella ciao bella ciao-ciao-ciao..................
- Cazzo, questo è troppo! La canzone partigiana no!! - sbraiti, e questa volta ti sento.
Ti alzi senza aggiungere altro e te ne vai. Ti seguo e saliamo in macchina.
- Dove vado? - ti chiedo.
- Dove ti porta il cuore.
- Spiritoso..... Dai, sul serio.
- Che ne dici dell'osservatorio astronomico?
- Ok, vada per l'osservatorio.
Metto in moto e partiamo.
Mentre guido attraverso le colline penso che sono contenta che ci rimanga ancora un bel pezzo di pomeriggio.
Chi l'avrebbe mai detto, eh?
Sarà il momento un po' (tanto) particolare che sto vivendo, sarà che sotto sotto mi vuoi bene, sarà che invecchio precocemente (.....), insomma sono contenta di rivederti.
Penso a questo oggi mentre siamo seduti al tavolino di un bar in un paesello sperduto fra le colline, e tu bevi la tua Coca Cola mentre io sorseggio un succo di frutta.
Che strana la storia che mi racconti, non ti credevo tipo da grandi amori impossibili..... Ostenti la tua solita apatia, parli con il solito tono monocorde, se non sapessi che hai sofferto molto non riuscirei a capirlo dal tuo viso. Eppure a quanto pare è così. Ti ascolto stupita.
- Ma alla fine perché vi siete lasciati? - ti chiedo.
Ti stringi nelle spalle:
- Sposata, marito industriale, una serie di privilegi ai quali non voleva rinunciare.....
- Insomma non ti amava.
- No. E' chiaro che no. Diciamo che ero il suo giocattolo.
- Oppure ha voluto evitarti un futuro assurdo. Dai Mauro, cosa avreste potuto fare insieme? Adesso tanto quanto, ma fra dieci anni?..... E con quali prospettive?
- Non mi frega un cazzo delle prospettive. Io vivo oggi, per me andava bene così. Io avrei scelto comunque lei.
- Capisco. Cioè credo di capire..... Però mica tanto, eh! No, davvero Mauro, seriamente, mettiti nei suoi panni: se ti voleva bene doveva per forza pensare a te; cioè, che razza di futuro ti avrebbe preparato? Tu una famiglia dovresti fartela adesso che sei giovane, lei ti avrebbe rubato anni preziosi, e per cosa poi? Due, tre, massimo dieci anni di felicità, forse, chi lo sa. O forse neanche quelli. E in ogni caso niente progetti per l'avvenire, niente figli.....
- Ma chissene dei figli, Lella! Io stavo bene con lei! Punto.
Ti vedo irremovibile, meglio non insistere. Bevi un sorso di Coca, accendi l'ennesima sigaretta, aspiri il fumo e lo soffi via.
- Sai cos'è che proprio non va? - riprendi.
- No, dimmi.
- Il fatto che tra me e lei c'era un'intimità profondissima. Ci conoscevamo poco, almeno di persona; ci saremo visti non più di una ventina di volte..... Eppure fin dal primo momento c'è stata una sintonia assoluta. Ci capivamo senza bisogno di parlare, specialmente..... beh sì, in quei momenti. E questa mi sembrava una cosa molto importante, non pensavo che l'avrebbe buttata via così.
- Avevate molta confidenza?
- No, al contrario. Avevamo pochissima confidenza. L'intimità è inversamente proporzionale alla confidenza: la confidenza produce disattenzione, uno si sente a suo agio e quindi non presta attenzione all'altro, gli manca di rispetto senza nemmeno accorgersene. La confidenza è abitudine, è quando si è seduti insieme a tavola e ognuno si fa i cazzi suoi, lui guarda la televisione, lei legge un giornale, l'altro è una presenza fisica, un corpo: si sa che c'è, che bisogno c'è di prestargli attenzione? E questo uccide l'eros.
- E l'intimità?
- L'intimità è l'esatto opposto. E' quando una persona ti mette un po' in soggezione, perché l'amore vero fa paura..... e perciò di quella persona hai un rispetto profondissimo, sei sempre sintonizzato su di lei. E nei momenti intimi vorresti azzerare ogni distanza, non so come dire, entrare direttamente in lei.....
- Beh.....
- NON in quel senso, Lella! Eccheccazzo.
- Ho capito, cercavo solo di sdrammatizzare.....
- Ecco, l'intimità è questo: cercare di entrare dentro una persona. E quindi quei momenti hanno sempre qualcosa di mistico, hai sempre un po' di batticuore. Altro che confidenza. Non so se mi sono spiegato.
- Perfettamente.
Un pensiero mi turba, te ne accorgi subito.
- Che c'è?
- No, niente..... E' solo che temo di avere commesso proprio questo errore con Fabrizio. Cioè, dopo un paio d'anni lo davo per scontato, probabilmente non ero più abbastanza attenta a lui.
- Mah Lella..... Se ti può consolare io ero attentissimo a Roberta, eppure è andata lo stesso com'è andata.
- Già, hai ragione.
Alle nostre spalle c'è una specie di balera, ci dev'essere una festa di paese e fervono i preparativi. Alcuni musicisti stanno provando gli strumenti, ci tocca parlare a voce sempre più alta.
- Che posto assurdo - dici ridendo - Cioè, è bello ma proprio fuori del mondo. Per carità, paesaggi da poster, ma per uno di città come me è roba da non credere..... Non mi stupirei se qui dietro tra poco ci fossero le eliminatorie di Miss Padania.
- Spiacente, quelle ci sono state la settimana scorsa.
- Oh cazzo, ci perdiamo il meglio allora. Non vedevo l'ora di trovarmi in mezzo a un bel po' di camicie verdi barotte e sudaticce che parlano in alessandrino stretto.
- Scusa, ma non eri di destra tu?
- Di destra, mica leghista. Destra-destra, quella storica. Mussolini, mica i pagliacci di adesso, mica quel coglione di Fini o quel rimbambito di Bossi.
Veramente, con la coda dell'occhio, mi par di vedere delle bandiere rosse..... Cambio argomento.
- Vabbè, lasciamo perdere la politica che è meglio. Dimmi del tuo libro, come procede?
- Vado avanti. Pieno di dubbi però, ho l'impressione che venga su una cazzata sentimentale.
- Nemmeno un po', Mauro. Dico sul serio. I capitoli che mi hai mandato sono molto belli, forti, per niente sentimentali. Continua a scrivere, ti prego.
- Ok. Visto che ci tieni.....
- Sì. Anzi, se vuoi leggiamo qualcosa insieme e io ti dico le mie impressioni.
- Davvero? Affare fatto. Ne ho giusto un capitolo con me e vorrei.....
Mi perdo le ultime parole. Uno strillo di tromba che sembra un gallo strozzato le copre, i musicisti stanno veramente rompendo, non si capisce più niente.
- Come? - dico forte.
- Dicevo che mi piacerebbe.....
Peeeeeeeeeèèè....... Zum, zum, zum, zum........ Pò-poropò-poropò-poropò.........
- Non riesco a sentirti Mauro, puoi ripetere?
Pò-pò-pò-pò-pò......... Tunf, tunf, tunf, tunf........
Parte anche la batteria adesso. Vedo il labiale ma non sento più nulla.
Una mattinaaaaaaaaaaaa.........
Mi son svegliatoooooooo........
O bella ciao bella ciao bella ciao-ciao-ciao..................
- Cazzo, questo è troppo! La canzone partigiana no!! - sbraiti, e questa volta ti sento.
Ti alzi senza aggiungere altro e te ne vai. Ti seguo e saliamo in macchina.
- Dove vado? - ti chiedo.
- Dove ti porta il cuore.
- Spiritoso..... Dai, sul serio.
- Che ne dici dell'osservatorio astronomico?
- Ok, vada per l'osservatorio.
Metto in moto e partiamo.
Mentre guido attraverso le colline penso che sono contenta che ci rimanga ancora un bel pezzo di pomeriggio.
Chi l'avrebbe mai detto, eh?
venerdì 1 agosto 2008
Conversazione con Giulia
Non vedevo Giulia da un po'. Fa un caldo terribile, afoso; ci sediamo al bar vicino alla stazione, sotto il tendone esterno, e ordiniamo un gelato. Siamo praticamente sole, c'è solo un anziano signore dentro il locale. Giulia è molto carina oggi, tutta colorata, con una bella gonna azzurra, una camicetta giallo pallido e sandaletti dorati da cui sbucano le unghie dei piedi curatissime, laccate di rosa. Io..... beh, sono come sono.
- Ma che hai fatto ai capelli?
- Lascia stare Giù, non ne parliamo.....
- Cioè, sembra che un gatto ci ha litigato dentro.
- Eh lo so.
- E questo taglio poi.....
- Lo so, li ho tagliati io perché mi cadevano. Si erano rovinati tutti con quella decolorazione.....
- Ma tu perché li hai decolorati, scusa? Stavi bene castana, che ti è venuto in mente?
- E' che io gli esperimenti preferisco farli su di me che sulle clienti.
- Carino da parte tua, ma se i risultati son questi.....
- E vabbè Giù, che ti devo dire? Cresceranno. Già è qualcosa che hanno smesso un po' di cadere. Poi prendo degli integratori e ci metto l'olio tutte le notti.
- Olio?!? Bleah.....
Giulia è una brava ragazza e in fondo mi vuole bene, ma non sa dove sta di casa la diplomazia.
- Sì insomma, cambiamo argomento.
- Come stai in generale, a parte i capelli? Ti senti un po' più serena dell'ultima volta?
- Sì e no. Cioè, è come una ferita che fa meno male ma rimane sempre lì, e la cicatrice si allarga.
- Dai Lella, non puoi starci ancora così male dopo nove mesi! In nove mesi volendo si fa un figlio, e tu non riesci a dimenticare una storia finita.....
- Ma pure fossero nove anni, guarda, il concetto non cambia. Chiaro che col tempo ci metti sopra delle altre cose, ma è un po' come mettere un tappeto per coprire la spazzatura, lo sai che in realtà c'è. Insomma parliamoci chiaro, Fabrizio è stato l'unico e lo resterà per sempre.
- Eeeeeehhh, per sempre!..... Che parola grossa!
- So quel che dico, Giulia.
- Ma anche no. Cioè, scusa se te lo ricordo brutalmente, ma Fabrizio è quello stesso stronzo che ti ha piantata per una di dieci anni più giovane di te, con tutto che tu hai già sette anni meno di lui! Insomma un pedofilo, mica un santo.
- Non diciamo cazzate, che c'entra la pedofilia? Una a diciotto anni mica è una bambina!
- Ti farebbe bene odiarlo un po'.
- Sissì, può darsi..... Sarebbe più facile, credo. Però vedi, io lo so troppo bene che non ho amato uno stronzo, di mentire a me stessa non mi va. Ho perduto il grande amore della mia vita, lo so e tiro avanti. Non ti ho mica detto che mi chiudo in un convento, eh! Cioè, altre storie ne avrò, ma lui sarà sempre il mio vero amore.
- Mah, altre storie non mi pare...... cioè dai, mi pare che nemmeno ci provi.
- E invece ti sbagli, ci ho provato. Ad esempio con Luca, te lo ricordi?
- Luca F.? Non dirmi che.....
- Sì, siamo stati insieme una settimana. Fallimento totale, io poi col sesso ho dei problemi se non sono innamorata. Cioè, gli volevo bene come a un fratello, credevo che bastasse, e invece proprio per niente. Anzi, adesso l'ho perso anche come amico, l'ha presa male.....
- Ti fai troppe paranoie secondo me.
- Anche secondo me, ma non posso farci niente. Meglio sola, guarda, mille volte meglio. Tu piuttosto, ti vedo raggiante, che ti è successo di bello?
Si illumina tutta.
- Sto vivendo una storia d'amore fantastica.
- Sul serio? Son contenta per te. E chi è il fortunato?
- Ah non lo so, si fa chiamare Brad.
.....
- .....Scusa Giù, una cosa per volta che non ti seguo. Cominciamo dalla più banale: Brad come Pitt?
Scoppia a ridere.
- No, come Bradipo!
- In che senso scusa?
- Era un imbranato pazzesco quando l'ho conosciuto, timidissimo..... Vedessi ora!
- Ah ecco, allora vedi che lo conosci.
- No, macché, dico conosciuto in rete.
- Cioè, ma vuoi dire una conoscenza virtuale? E la chiami storia d'amore, e per di più fantastica??
- Assolutamente. Sono innamorata pazza di lui.....
- Ma Giù, non diciamo cretinate per favore, come si fa a innamorarsi di uno che non sai nemmeno chi è e che faccia ha?
Ridacchia in un modo che mi fa venire la pelle d'oca.
- La faccia no, ma altre parti del corpo.....
- Giulia!!
Diventa improvvisamente serissima.
- Si può, ti dico. Si entra in confidenza più che con una persona reale, e il resto viene da sé.
Inghiotto la saliva.
- Il..... resto?
- Certo, Lella, non facciamo le bambine o le moraliste, su. Il resto, dico il sesso!
- Ma allora vi siete incontrati!
- Noooooooo! Come te lo devo dire, non-lo-co-no-sco!
- E allora sesso come? In che senso??
Mi guarda come se la pazza fossi io.
- Te lo devo anche spiegare? Sesso virtuale, sesso in rete! Ecché, siamo i primi a farlo? E' pieno di gente che lo fa, su internet! Sveglia, Lella!!
Spazio di silenzio.
Lellina è basita.
Si alza, va alla stazione, entra in biglietteria:
- Scusi, a che ora è il primo treno per Marte?
- Ma che hai fatto ai capelli?
- Lascia stare Giù, non ne parliamo.....
- Cioè, sembra che un gatto ci ha litigato dentro.
- Eh lo so.
- E questo taglio poi.....
- Lo so, li ho tagliati io perché mi cadevano. Si erano rovinati tutti con quella decolorazione.....
- Ma tu perché li hai decolorati, scusa? Stavi bene castana, che ti è venuto in mente?
- E' che io gli esperimenti preferisco farli su di me che sulle clienti.
- Carino da parte tua, ma se i risultati son questi.....
- E vabbè Giù, che ti devo dire? Cresceranno. Già è qualcosa che hanno smesso un po' di cadere. Poi prendo degli integratori e ci metto l'olio tutte le notti.
- Olio?!? Bleah.....
Giulia è una brava ragazza e in fondo mi vuole bene, ma non sa dove sta di casa la diplomazia.
- Sì insomma, cambiamo argomento.
- Come stai in generale, a parte i capelli? Ti senti un po' più serena dell'ultima volta?
- Sì e no. Cioè, è come una ferita che fa meno male ma rimane sempre lì, e la cicatrice si allarga.
- Dai Lella, non puoi starci ancora così male dopo nove mesi! In nove mesi volendo si fa un figlio, e tu non riesci a dimenticare una storia finita.....
- Ma pure fossero nove anni, guarda, il concetto non cambia. Chiaro che col tempo ci metti sopra delle altre cose, ma è un po' come mettere un tappeto per coprire la spazzatura, lo sai che in realtà c'è. Insomma parliamoci chiaro, Fabrizio è stato l'unico e lo resterà per sempre.
- Eeeeeehhh, per sempre!..... Che parola grossa!
- So quel che dico, Giulia.
- Ma anche no. Cioè, scusa se te lo ricordo brutalmente, ma Fabrizio è quello stesso stronzo che ti ha piantata per una di dieci anni più giovane di te, con tutto che tu hai già sette anni meno di lui! Insomma un pedofilo, mica un santo.
- Non diciamo cazzate, che c'entra la pedofilia? Una a diciotto anni mica è una bambina!
- Ti farebbe bene odiarlo un po'.
- Sissì, può darsi..... Sarebbe più facile, credo. Però vedi, io lo so troppo bene che non ho amato uno stronzo, di mentire a me stessa non mi va. Ho perduto il grande amore della mia vita, lo so e tiro avanti. Non ti ho mica detto che mi chiudo in un convento, eh! Cioè, altre storie ne avrò, ma lui sarà sempre il mio vero amore.
- Mah, altre storie non mi pare...... cioè dai, mi pare che nemmeno ci provi.
- E invece ti sbagli, ci ho provato. Ad esempio con Luca, te lo ricordi?
- Luca F.? Non dirmi che.....
- Sì, siamo stati insieme una settimana. Fallimento totale, io poi col sesso ho dei problemi se non sono innamorata. Cioè, gli volevo bene come a un fratello, credevo che bastasse, e invece proprio per niente. Anzi, adesso l'ho perso anche come amico, l'ha presa male.....
- Ti fai troppe paranoie secondo me.
- Anche secondo me, ma non posso farci niente. Meglio sola, guarda, mille volte meglio. Tu piuttosto, ti vedo raggiante, che ti è successo di bello?
Si illumina tutta.
- Sto vivendo una storia d'amore fantastica.
- Sul serio? Son contenta per te. E chi è il fortunato?
- Ah non lo so, si fa chiamare Brad.
.....
- .....Scusa Giù, una cosa per volta che non ti seguo. Cominciamo dalla più banale: Brad come Pitt?
Scoppia a ridere.
- No, come Bradipo!
- In che senso scusa?
- Era un imbranato pazzesco quando l'ho conosciuto, timidissimo..... Vedessi ora!
- Ah ecco, allora vedi che lo conosci.
- No, macché, dico conosciuto in rete.
- Cioè, ma vuoi dire una conoscenza virtuale? E la chiami storia d'amore, e per di più fantastica??
- Assolutamente. Sono innamorata pazza di lui.....
- Ma Giù, non diciamo cretinate per favore, come si fa a innamorarsi di uno che non sai nemmeno chi è e che faccia ha?
Ridacchia in un modo che mi fa venire la pelle d'oca.
- La faccia no, ma altre parti del corpo.....
- Giulia!!
Diventa improvvisamente serissima.
- Si può, ti dico. Si entra in confidenza più che con una persona reale, e il resto viene da sé.
Inghiotto la saliva.
- Il..... resto?
- Certo, Lella, non facciamo le bambine o le moraliste, su. Il resto, dico il sesso!
- Ma allora vi siete incontrati!
- Noooooooo! Come te lo devo dire, non-lo-co-no-sco!
- E allora sesso come? In che senso??
Mi guarda come se la pazza fossi io.
- Te lo devo anche spiegare? Sesso virtuale, sesso in rete! Ecché, siamo i primi a farlo? E' pieno di gente che lo fa, su internet! Sveglia, Lella!!
Spazio di silenzio.
Lellina è basita.
Si alza, va alla stazione, entra in biglietteria:
- Scusi, a che ora è il primo treno per Marte?
mercoledì 30 luglio 2008
Ti ho ritrovata.....
"Ti ho ritrovata. Sapevo che sarebbe successo, aspettavo questo momento da anni, è arrivato per caso o per destino, non lo so e non m'importa: l'importante è che ci siamo. Ti ho persa per colpa mia, perché ero un deficiente, e ora non voglio niente di speciale, solo starti vicino. Tutto qua."
Leggo l'sms e lo trascrivo fedelmente, hai visto mai..... Così, è bello conservare la memoria delle cose come fiori schiacciati in un libro.
Belle parole, eh Lella?
Belle parole.
Mah.....
Probabile che si aspetti una risposta.
Spegni il cellulare e vai a dormire.
Leggo l'sms e lo trascrivo fedelmente, hai visto mai..... Così, è bello conservare la memoria delle cose come fiori schiacciati in un libro.
Belle parole, eh Lella?
Belle parole.
Mah.....
Probabile che si aspetti una risposta.
Spegni il cellulare e vai a dormire.
C'è un topo!
- C'è un topo lassù..... sul ramo, guarda!
- Eh?
- Massì, lassù, non lo vedi? Sta correndo sopra il ramo..... e adesso è lungo il tronco, guarda come va veloce!
- Ah.
- Ma dico.....
- Ma dico io: ma chissenefrega.
Gira sui tacchi e se ne va.
Chissà perché a nessuno sembrano interessanti le cose che interessano a me.
- Eh?
- Massì, lassù, non lo vedi? Sta correndo sopra il ramo..... e adesso è lungo il tronco, guarda come va veloce!
- Ah.
- Ma dico.....
- Ma dico io: ma chissenefrega.
Gira sui tacchi e se ne va.
Chissà perché a nessuno sembrano interessanti le cose che interessano a me.
lunedì 28 luglio 2008
Ieri pomeriggio con te
- E' incredibile un monumento del genere... la quintessenza dello spirito fascista! Impensabile in una città come Torino o in qualunque metropoli.
- Eh, ma siamo a Casale...
- Già. Beh, non è che sia una città poi così piccola.
- No, ma è una realtà diversa, molto più provinciale.
- Aspetta, faccio un paio di foto.
- Alle statue?
- Sì. Cosa sono? Delle Nike?
- Nikai. Plurale.
- Scusa, la mia cultura classica fa acqua.
- Figurati.
Scatto qualche foto, mi pare che vengano delle gran schifezze; magari più tardi, se ne ho voglia, provo a rielaborarle per metterle su Flickr, sempre che ne valga la pena (dubito.....).
Ci sediamo su una panchina sotto gli ippocastani; lui ha la pelle molto chiara e le zanzare lo assalgono subito. Cerco di schiacciarne una sui suoi pantaloni.
- Meglio cambiare posto - dico.
- Eh sì.
Gironzoliamo un po'; lo faccio salire in macchina, è ancora molto presto per il suo treno. Andiamo a zonzo, ci sono dei paesaggi bellissimi da queste parti, e castelli ovunque. Uno in particolare attira la sua attenzione: svolto e andiamo su per una stradina che passa in mezzo a vigneti ordinatissimi e colline morbidamente ondulate.
Tutto è molto bello quassù, e io ricordo che facevo lo stesso con lui poco tempo fa, e il ricordo, che dovrebbe darmi un dolore straziante, invece si scioglie in un senso di sollievo..... Sono contenta di farlo ancora, anche se è tutto così diverso, anche se al mio fianco c'è un ragazzo che a malapena so chi è. Però è gentile, gli piace stare con me, si vede, e io sono contenta.
Cioè, diciamo che fa meno male.
Parliamo di tutto con molta confidenza, come vecchi amici, mentre riempiamo i nostri occhi di cose belle. E il tempo vola.
E' ora di tornare alla stazione.
C'è ancora il tempo per un aperitivo; io prendo anche un sacchetto di patatine al formaggio, e lui ride quando raccolgo le ultime briciole con le dita e me le metto in bocca.
- Sembri una gallina - dice.
Rido anch'io.
Lo accompagno al treno.
- E' stato un bellissimo pomeriggio - dice sorridendo, e mi tende la mano.
- Sì - confermo.
- Grazie.
- Grazie a te.
- Possiamo ripeterlo quando vuoi - aggiunge, e a me si allarga il cuore.
- Sì -
- Magari non da soli, con Luisa e Marco.
Il mio cuore si stringe. Cerco di produrre qualcosa di simile a un sorriso e dico:
- Volentieri.
Il treno parte, lui mi saluta dal finestrino.
Mi manda un sms per ringraziarmi ancora.
Risalgo in macchina, finalmente.
Finalmente posso piangere.
- Eh, ma siamo a Casale...
- Già. Beh, non è che sia una città poi così piccola.
- No, ma è una realtà diversa, molto più provinciale.
- Aspetta, faccio un paio di foto.
- Alle statue?
- Sì. Cosa sono? Delle Nike?
- Nikai. Plurale.
- Scusa, la mia cultura classica fa acqua.
- Figurati.
Scatto qualche foto, mi pare che vengano delle gran schifezze; magari più tardi, se ne ho voglia, provo a rielaborarle per metterle su Flickr, sempre che ne valga la pena (dubito.....).
Ci sediamo su una panchina sotto gli ippocastani; lui ha la pelle molto chiara e le zanzare lo assalgono subito. Cerco di schiacciarne una sui suoi pantaloni.
- Meglio cambiare posto - dico.
- Eh sì.
Gironzoliamo un po'; lo faccio salire in macchina, è ancora molto presto per il suo treno. Andiamo a zonzo, ci sono dei paesaggi bellissimi da queste parti, e castelli ovunque. Uno in particolare attira la sua attenzione: svolto e andiamo su per una stradina che passa in mezzo a vigneti ordinatissimi e colline morbidamente ondulate.
Tutto è molto bello quassù, e io ricordo che facevo lo stesso con lui poco tempo fa, e il ricordo, che dovrebbe darmi un dolore straziante, invece si scioglie in un senso di sollievo..... Sono contenta di farlo ancora, anche se è tutto così diverso, anche se al mio fianco c'è un ragazzo che a malapena so chi è. Però è gentile, gli piace stare con me, si vede, e io sono contenta.
Cioè, diciamo che fa meno male.
Parliamo di tutto con molta confidenza, come vecchi amici, mentre riempiamo i nostri occhi di cose belle. E il tempo vola.
E' ora di tornare alla stazione.
C'è ancora il tempo per un aperitivo; io prendo anche un sacchetto di patatine al formaggio, e lui ride quando raccolgo le ultime briciole con le dita e me le metto in bocca.
- Sembri una gallina - dice.
Rido anch'io.
Lo accompagno al treno.
- E' stato un bellissimo pomeriggio - dice sorridendo, e mi tende la mano.
- Sì - confermo.
- Grazie.
- Grazie a te.
- Possiamo ripeterlo quando vuoi - aggiunge, e a me si allarga il cuore.
- Sì -
- Magari non da soli, con Luisa e Marco.
Il mio cuore si stringe. Cerco di produrre qualcosa di simile a un sorriso e dico:
- Volentieri.
Il treno parte, lui mi saluta dal finestrino.
Mi manda un sms per ringraziarmi ancora.
Risalgo in macchina, finalmente.
Finalmente posso piangere.
sabato 26 luglio 2008
Restami vicino
Restami vicino.
Dove sei?
Resta qui almeno con il pensiero.
Rimani con me
ancora per un po'
rimani qui
ti prego.....
Dove sei?
Resta qui almeno con il pensiero.
Rimani con me
ancora per un po'
rimani qui
ti prego.....
venerdì 25 luglio 2008
Scommetto
Alzo gli occhi.
C'è un cielo limpidissimo oggi, si vedono tutti i contorni. Netti.
Verde smeraldo la chioma dell'albero sopra di me, e tra le foglie, a sprazzi, azzurro nitido.
Bello.
Passa un aereo, si sente il rumore lontano, in ritardo rispetto all'immagine. Fuori sincrono.
Lascia dietro di sé una doppia scia candida che si dissolve presto, come spuma di onde invisibili.....
Quell'unica volta che andai in crociera c'era una scia simile dietro la nave, coi delfini che saltavano. Era tutto irreale, non sapevo dov'ero, non sapevo chi ero, non c'era nessun punto di riferimento, soltanto mare e cielo a perdita d'occhio, dello stesso colore.
Ed io mi ero smarrita nella più perfetta incoscienza.....
Perciò ti capisco adesso.
Cioè, almeno, credo di capirti.
Scommetto che vorresti essere lassù.
Volare verso la libertà di uno sconosciuto presente, vedere intorno a te, sotto di te, soltanto aria.
Stare sospeso nel vuoto.
Mentre io sono qui, con la schiena bene appoggiata per terra.
Nel tuo vuoto, lassù, non c'è posto per una ragazza di campagna.
C'è un cielo limpidissimo oggi, si vedono tutti i contorni. Netti.
Verde smeraldo la chioma dell'albero sopra di me, e tra le foglie, a sprazzi, azzurro nitido.
Bello.
Passa un aereo, si sente il rumore lontano, in ritardo rispetto all'immagine. Fuori sincrono.
Lascia dietro di sé una doppia scia candida che si dissolve presto, come spuma di onde invisibili.....
Quell'unica volta che andai in crociera c'era una scia simile dietro la nave, coi delfini che saltavano. Era tutto irreale, non sapevo dov'ero, non sapevo chi ero, non c'era nessun punto di riferimento, soltanto mare e cielo a perdita d'occhio, dello stesso colore.
Ed io mi ero smarrita nella più perfetta incoscienza.....
Perciò ti capisco adesso.
Cioè, almeno, credo di capirti.
Scommetto che vorresti essere lassù.
Volare verso la libertà di uno sconosciuto presente, vedere intorno a te, sotto di te, soltanto aria.
Stare sospeso nel vuoto.
Mentre io sono qui, con la schiena bene appoggiata per terra.
Nel tuo vuoto, lassù, non c'è posto per una ragazza di campagna.
Ricordi ancora?
Ricordi ancora quella notte che abbiamo dormito insieme?
No, non credo..... La tua mente è lontana, non ti sento.
Eppure abbiamo contato tutte le stelle della notte, quella notte; eppure abbiamo parlato al buio per ore, quella notte; eppure siamo stati in silenzio perché non c'era bisogno di dire altro che il silenzio, quella notte; eppure ho tenuto la testa sul tuo petto, quella notte; eppure mi baciavi, quella notte, eppure.....
Poi, ovviamente, abbiamo fatto l'amore. Ma quello non è importante, si può fare con chiunque.
Tutto il resto no.
Tutto il resto si poteva fare solo con te.
Capisci adesso perché i campi e la solitudine?
A chi parli, Lella?
A chi parli?
A chi parli?.......
No, non credo..... La tua mente è lontana, non ti sento.
Eppure abbiamo contato tutte le stelle della notte, quella notte; eppure abbiamo parlato al buio per ore, quella notte; eppure siamo stati in silenzio perché non c'era bisogno di dire altro che il silenzio, quella notte; eppure ho tenuto la testa sul tuo petto, quella notte; eppure mi baciavi, quella notte, eppure.....
Poi, ovviamente, abbiamo fatto l'amore. Ma quello non è importante, si può fare con chiunque.
Tutto il resto no.
Tutto il resto si poteva fare solo con te.
Capisci adesso perché i campi e la solitudine?
A chi parli, Lella?
A chi parli?
A chi parli?.......
giovedì 24 luglio 2008
Oggi, fra i campi
Oggi ero in giro per i campi a fare fotografie. E mi sono seduta davanti ad un campo di granoturco. E mi sono sentita un'idiota.
Non era niente di simile all'idillio che si descrive, di cui mi autoconvinco.
Le formiche mi facevano solletico sui piedi, qualche insetto mi pizzicava, gli steli duri dell'erba mi si piantavano nelle natiche.
Ma soprattutto ero sola.
Ecco, se c'è un difetto che ha la natura, è che non fa compagnia.
Io cerco di trovare il lato positivo delle cose, sono convinta che ci sia sempre qualcosa di bello per cui vivere; ma non dovrebbe esserci..... non so, un senso?
Un senso potrebbe darlo essere qui con lui.
Lui chi?
Alzati, Lella. Rimettiti a fare fotografie, va'.
Non era niente di simile all'idillio che si descrive, di cui mi autoconvinco.
Le formiche mi facevano solletico sui piedi, qualche insetto mi pizzicava, gli steli duri dell'erba mi si piantavano nelle natiche.
Ma soprattutto ero sola.
Ecco, se c'è un difetto che ha la natura, è che non fa compagnia.
Io cerco di trovare il lato positivo delle cose, sono convinta che ci sia sempre qualcosa di bello per cui vivere; ma non dovrebbe esserci..... non so, un senso?
Un senso potrebbe darlo essere qui con lui.
Lui chi?
Alzati, Lella. Rimettiti a fare fotografie, va'.
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