lunedì 8 marzo 2010

Sciocchino


Sei proprio uno sciocchino...

Eccoti anche oggi, puntuale e servizievole, a curare con me le tesine dei ragazzi. Naturalmente ne approfitti per fare la ruota davanti alle allieve carine; fa parte del personaggio, è normale.
Una delle tesine tratta del narcisismo e della sindrome di Peter Pan; mi domando se e quanto tu ti ci riconosca.
Mi sento comunque tranquilla, a mio agio.

Mi proponi un caffè alla solita macchinetta, adducendo come motivazione il fatto che l'8 marzo tocca ai maschi offrire. Accetto, naturalmente, anche se scelgo un tè per via del mal di stomaco. Ti guardo inserire la monetina, mi chiedi quanto zucchero voglio, noti che la macchinetta fa molto meno rumore quando eroga il tè rispetto al caffè; non faccio caso a cosa scegli, forse una cioccolata.
Mentre ti osservo penso che con te mi piace fare tutto: mi sento docile e appagata, priva della benché minima emozione. Sei come il mio naturale completamento.
Purtroppo so bene che questo è solo un parto della mia fantasia malata, so che vedo in te il figlio perduto e chissà cos'altro, è una vecchia storia; e so anche che tu non sei nulla di tutto questo.
Peccato, perché sei perfetto da questo punto di vista.

Ma dove rasenti la genialità nel banale è quando, nel tornare indietro, mi dici serio:
- Sono un po' stanco, sai: ho dormito solo tre ore e mezzo stanotte.
- E' un po' pochino - rispondo.
- Eh sì. Ma non posso recriminare.
- Perché?
- Perché l'ho fatto per il mio piacere.
Quasi ti scoppio a ridere in faccia. Dai, ma che modo di esprimersi è? E perché me lo dici?
Non ti aspetterai per caso che io ti chieda con chi e in che modo ti sei dedicato al "tuo piacere"!
In effetti non so cosa rispondere, e me ne esco con un idiota:
- Ah be', allora hai fatto bene.
Ma tu insisti:
- Sai, quando uno le cose le fa per il proprio piacere...
- Certo - confermo.
Sorseggio il mio tè e non ti assecondo minimamente.
Visto che non chiedo nulla, parli tu.
- Già, perché stanotte, sai...
- Sì?
- Verso mezzanotte...
- Eh.
- Sono venuti da me degli amici e abbiamo giocato a Risiko quasi fino all'alba. Sai com'è il Risiko, no? Sai quando cominci ma non sai quando finisci...

...

Sei un adorabile scemino, ragazzo.
Ti voglio bene, ma devo consegnarti ad un'altra zona del mio essere; una zona neutra dove puoi continuare ad esistere, immerso in una innocua simpatia.