lunedì 30 novembre 2009
Il cucciolo
Eccolo.
Avanza un po' caracollante, con la sua andatura da ragazzo atletico, e abbassa gli occhi intimidito quando mi vede. Già, lo intimidisco un po'.
E' tutto infagottato in un giubbotto con sotto una felpa, porta qualcosa sottobraccio, forse l'inseparabile pc, ed è un po' più goffo di come lo ricordavo, arruffato come un grosso pulcino. Sembra anche leggermente ingrassato. Insomma è meno affascinante, e questo mi dà subito una fitta di tenerezza; anzi no, l'eco di una fitta di tenerezza, il ricordo di qualcosa che è stato rimosso.
Penso che è una fortuna che sia più imperfetto di come lo ricordavo, perché non sono affatto in forma e se lui sembrasse più bello tirerei dritto.
Invece gli sorrido e mi avvicino a lui. Si ferma con un'espressione sorpresa e mansueta, alzando gli occhi un po' strabici. Solo quando gli sono di fronte noto che è poco più alto di me.
- Ciao. Il professor F. ha bisogno della tua mail -
- Il professor... -
- Sì: ha convocato una riunione della commissione sito, ma non avendo la tua mail non ha potuto avvisarti -
- Ah... -
- Gliela farai avere? -
- Certo, ma... cioè, chi è il professor F.? -
- E' il responsabile del laboratorio: lo troverai lì -
- Ah, ok -
- Ciao -
Gli sorrido nuovamente e me ne vado.
Mi accorgo che è rimasto colpito in modo spiacevole; esita, riprende a camminare con passo più lento, a testa bassa, e mi domando cosa pensi.
L'orribile sensazione di essere sempre di troppo che mi ha lasciato la mia storia con D. mi fa sorgere il dubbio che non sia contento di parlarmi; ma so che non è così. Ci saremo detti tre parole, ed è sempre stato lui a cercare me.
Quindi, l'origine della delusione potrebbe essere un'altra: forse si chiede perché non me la sia fatta dare io, la sua mail; forse stava per dirmelo, ma si è rimangiato le parole.
Esco, salgo in macchina e me ne vado. E' così che devo fare, allontanarmi subito.
In effetti la sua mail vorrei averla.
In effetti ogni volta che lo vedo lo avvolgo tutto in un abbraccio dentro di me, gli voglio bene, è il mio cucciolo prediletto, vorrei che fosse felice.
Allontanati stupida, nessuno ha mai voluto il tuo affetto, nessuno, nessuno, vattene.
Ho un desiderio così acuto che mi fa male, la sorpresa è una specie di shock. E' una cosa che non pensavo più di poter desiderare...
----------
Replay. La realtà come dovrebbe essere, come nei film.
Si allontana a testa china. Faccio qualche passo verso l'uscita, poi mi volto e lo raggiungo di corsa.
- Senti... -
- Sì? -
- Uno di questi giorni mi porteresti al cinema a vedere L'era glaciale? -
giovedì 12 novembre 2009
C'è qualcosa che posso fare?
...e di nuovo ti siedi vicino a me, raggiante; parli di una mia allieva, è probabile che ti piaccia, mi chiedi di lei. Non sono gelosa, è del tutto normale che sia così. Sono, come sempre quando ci sei, contenta, appagata, riscaldata da un calore interno.
Sto bene.
Perché ti sento mio?
Perché tutti gli altri mi sono estranei e tu no, tu sei dentro da sempre, proprio come...
Ma con te è stata una cosa immediata, ed è tutto diverso. Sarà che sono fuori della vita.
Finisce la riunione, io mi alzo, tu devi rimanere ancora perché la prossima classe è tua.
Non sai dissimulare: il buio rannuvola il tuo viso, sei improvvisamente triste.
Un'ora più tardi tocca a me, c'è di nuovo una mia classe; entro in aula e discuto con i colleghi. All'improvviso la porta si apre senza che nessuno bussi, sei tu. Mi sorridi, io ti sorrido prima ancora di accorgermene. Dici:
- Scusate, volevo dare un'occhiata per vedere se ho dimenticato una cosa... -
E' una scusa ingenua. Non fai nemmeno finta di cercare, resti lì qualche secondo e poi te ne vai.
Tu porti il sole nella mia anima.
Nulla è possibile, ma non importa. Sono grata alla vita per questo.
Vorrei poter fare qualcosa, qualsiasi cosa, un'attività di qualsiasi tipo, con te. Leggere un libro, vedere un film, fare ginnastica, scrivere una relazione scolastica noiosa, piantare un chiodo.
Sarebbe bello comunque, come lo era con...
No, sarebbe diverso.
Sarebbe tutto più pacato, sereno e innocente.
Semplicemente perfetto.
Sto bene.
Perché ti sento mio?
Perché tutti gli altri mi sono estranei e tu no, tu sei dentro da sempre, proprio come...
Ma con te è stata una cosa immediata, ed è tutto diverso. Sarà che sono fuori della vita.
Finisce la riunione, io mi alzo, tu devi rimanere ancora perché la prossima classe è tua.
Non sai dissimulare: il buio rannuvola il tuo viso, sei improvvisamente triste.
Un'ora più tardi tocca a me, c'è di nuovo una mia classe; entro in aula e discuto con i colleghi. All'improvviso la porta si apre senza che nessuno bussi, sei tu. Mi sorridi, io ti sorrido prima ancora di accorgermene. Dici:
- Scusate, volevo dare un'occhiata per vedere se ho dimenticato una cosa... -
E' una scusa ingenua. Non fai nemmeno finta di cercare, resti lì qualche secondo e poi te ne vai.
Tu porti il sole nella mia anima.
Nulla è possibile, ma non importa. Sono grata alla vita per questo.
Vorrei poter fare qualcosa, qualsiasi cosa, un'attività di qualsiasi tipo, con te. Leggere un libro, vedere un film, fare ginnastica, scrivere una relazione scolastica noiosa, piantare un chiodo.
Sarebbe bello comunque, come lo era con...
No, sarebbe diverso.
Sarebbe tutto più pacato, sereno e innocente.
Semplicemente perfetto.
lunedì 9 novembre 2009
Da lontano
Da lontano ti guardo, al di qua del vetro. Sono fuori della realtà ormai, ma siccome tu mi vedi, pensi che io ci sia.
Ho ripensato molto a te, sconosciuto ragazzo.
Ho ripensato a un sacco di cose, e ho finito per concludere che sei un bel regalo da accettare con discrezione; senza aprire il pacchetto. Bisogna solo accarezzarlo da fuori, sentire la carta liscia e lucida sotto le dita. Ed essere grati a chi ci ha fatto questo dono, senza voler sapere cosa c'è dentro.
Ecco perché adesso ti parlo e ti sorrido, e non voglio niente di più della tua presenza finché puoi darmela.
Ti sei stupito molto quando ti ho rivolto la parola con gentilezza, senza più evitarti; e il tuo stupore era gioioso. Sei un ragazzo semplice e gentile, reagisci con la festosità di un cane quando gli lisci la testa, scodinzoli vistosamente.
Chi lo sa poi perché.
Voglio dire: chissà cosa te ne importa del fatto che io ti rivolga la parola.
Eppure eccoti là, stai facendo delle fotocopie; io entro e vado alla bacheca, guardo il mio orario e dico a mezza voce:
- Ecco, figurati se non mi cambiavano l'orario dei consigli di classe! -
E tu molli tutto e in due balzi leggeri mi sei accanto:
- Dove, dove? -
Indico la colonna con il cambiamento:
- Qui, vedi? Dove hanno cancellato. Mi pare che ci sia scritto IV C -
- Sì, IV C - confermi.
E resti lì, dimenticando le fotocopie.
Come sempre sono io che me ne vado per prima. Ti saluto con un sorriso, lo ricambi.
Se fossi nata in un'altra vita, se tu fossi stato in quella vita...
Ma è troppo tardi, e sei perfetto così. Posso almeno guardarti.
Al di là del vetro.
Ho ripensato molto a te, sconosciuto ragazzo.
Ho ripensato a un sacco di cose, e ho finito per concludere che sei un bel regalo da accettare con discrezione; senza aprire il pacchetto. Bisogna solo accarezzarlo da fuori, sentire la carta liscia e lucida sotto le dita. Ed essere grati a chi ci ha fatto questo dono, senza voler sapere cosa c'è dentro.
Ecco perché adesso ti parlo e ti sorrido, e non voglio niente di più della tua presenza finché puoi darmela.
Ti sei stupito molto quando ti ho rivolto la parola con gentilezza, senza più evitarti; e il tuo stupore era gioioso. Sei un ragazzo semplice e gentile, reagisci con la festosità di un cane quando gli lisci la testa, scodinzoli vistosamente.
Chi lo sa poi perché.
Voglio dire: chissà cosa te ne importa del fatto che io ti rivolga la parola.
Eppure eccoti là, stai facendo delle fotocopie; io entro e vado alla bacheca, guardo il mio orario e dico a mezza voce:
- Ecco, figurati se non mi cambiavano l'orario dei consigli di classe! -
E tu molli tutto e in due balzi leggeri mi sei accanto:
- Dove, dove? -
Indico la colonna con il cambiamento:
- Qui, vedi? Dove hanno cancellato. Mi pare che ci sia scritto IV C -
- Sì, IV C - confermi.
E resti lì, dimenticando le fotocopie.
Come sempre sono io che me ne vado per prima. Ti saluto con un sorriso, lo ricambi.
Se fossi nata in un'altra vita, se tu fossi stato in quella vita...
Ma è troppo tardi, e sei perfetto così. Posso almeno guardarti.
Al di là del vetro.
Iscriviti a:
Post (Atom)