- Svegliati.
Apro gli occhi. Questa volta non è buio, c'è una specie di chiarore notturno. Ma non vedo nulla: ho una benda scura sugli occhi e non posso togliermela perché mi hai legato le mani dietro la schiena. Riesco a sentire che c'è dell'erba sotto di me, una brezza tiepida mi accarezza i capelli.
Credo che tu sia in piedi davanti a me.
- Che giorno è oggi? - chiedi con tono neutro, impersonale.
- Credo che sia il 28 agosto.....
- Bingo!
Ora c'è scherno nella tua voce.
- E dove siamo? - Sento che ti muovi, cammini nervosamente.
- In un prato.
- Minchia che intuizione!
Scoppi a ridere con una strana cattiveria.
- Quale prato?
- Ecco..... questo non lo so.
- Stupida!
- Scusami, proprio non ricordo. Forse se mi togli la benda.....
Ti sento passeggiare avanti e indietro. Improvvisamente ti fermi di fronte a me.
- Che cosa hai fatto? Sì dico, non è possibile che non ricordi!
- Io? Ma quando?
- Stupida, stupida!!
- Ehi senti, calmati, non è colpa mia se non ricordo, ok? Perché non ti siedi qui vicino a me e mi spieghi le cose con tranquillità?
Per qualche minuto continui a camminare per il prato imprecando sottovoce. Poi all'improvviso ti siedi sull'erba accanto a me e senza logica, senza motivo, appoggi la fronte sulle mie ginocchia. Vorrei accarezzarti i capelli ma non posso, ho le mani legate. Soffochi una specie di singhiozzo.
- Non avresti dovuto - dici.
- Lo so - rispondo, e io stessa non capisco cosa sto dicendo e perché.
- Ferma così.
- Come?
- Ferma così, dico. L'inquadratura è perfetta, niente occhi, niente naso, zoom sulla tua bocca.
- Ma che dici? - rido.
Sospiri profondamente.
- Qui, proprio qui.
- Cosa?
- Siamo caduti.
- Davvero? E perché siamo caduti?
- Lo sai.
- C'era una buca? Qualcuno ci ha spinti? Davvero non ricordo.....
Ti alzi all'improvviso e mi respingi infuriato.
- Stupida!! - esclami di nuovo. La tua voce è rotta dalla rabbia, forse dal pianto, non capisco.
- Ehi senti.....
- No no no! Io non ti ascolto, non ti ascolto più. Qualsiasi, sì qualsiasi cosa tu abbia da dirmi, io non ti ascolterò mai più. Io non potrò mai perdonarti questo giorno, mai.....
Scappi via, sento il tuo respiro affannoso, i tuoi passi di corsa allontanarsi sull'erba.
- Aspetta! - grido, ma non mi rispondi.
- Aspetta! Non puoi lasciarmi così, ho le mani legate, non vedo niente..... Torna indietro, ti prego!
Mi alzo barcollando, cerco di fare qualche passo.
All'improvviso qualcosa sopraggiunge di corsa, mi travolge.
Cado di schiena, batto la testa.
Buio, silenzio.
giovedì 28 agosto 2008
lunedì 25 agosto 2008
Ancora quel sogno..... VI
- Svegliati.
Mi riscuoto di soprassalto.
- Che c'è?
- Niente. Volevo solo ricordatelo.
Mi stropiccio gli occhi, sono ancora intontita dal sonno. Non capisco..... Allungo la mano nel buio e sfioro i tuoi capelli. Chissà se sei biondo o bruno, chissà perché non lo so più.
- Hai capito? - insisti.
- No.....
Ti sottrai alla mia carezza, scendi dal letto con un guizzo, ti alzi. Sento che ti stai rivestendo in fretta.
- Sei una sciocca.
- Probabilmente sì. Però una volta non eri così, eri gentile con me..... Cosa ti ho fatto?
- Sei una sciocca.
- Va bene. Ma tu spiegami, per favore.
- Tre giorni. Mancano tre giorni.
Sento il rumore secco della fibbia dei pantaloni, il fruscio delle scarpe che ti stai infilando, il clac della maniglia della porta che stai aprendo. Sulla soglia ti fermi e ripeti:
- Tre giorni. Ricordatelo bene, ok?
- Sì.
Sei uscito, sento i tuoi passi allontanarsi nel corridoio.
Tre giorni..... Chissà cosa intendevi dire.
Ma tanto non me lo spiegherai.
Buona notte, amore.
Mi riscuoto di soprassalto.
- Che c'è?
- Niente. Volevo solo ricordatelo.
Mi stropiccio gli occhi, sono ancora intontita dal sonno. Non capisco..... Allungo la mano nel buio e sfioro i tuoi capelli. Chissà se sei biondo o bruno, chissà perché non lo so più.
- Hai capito? - insisti.
- No.....
Ti sottrai alla mia carezza, scendi dal letto con un guizzo, ti alzi. Sento che ti stai rivestendo in fretta.
- Sei una sciocca.
- Probabilmente sì. Però una volta non eri così, eri gentile con me..... Cosa ti ho fatto?
- Sei una sciocca.
- Va bene. Ma tu spiegami, per favore.
- Tre giorni. Mancano tre giorni.
Sento il rumore secco della fibbia dei pantaloni, il fruscio delle scarpe che ti stai infilando, il clac della maniglia della porta che stai aprendo. Sulla soglia ti fermi e ripeti:
- Tre giorni. Ricordatelo bene, ok?
- Sì.
Sei uscito, sento i tuoi passi allontanarsi nel corridoio.
Tre giorni..... Chissà cosa intendevi dire.
Ma tanto non me lo spiegherai.
Buona notte, amore.
domenica 24 agosto 2008
Conversazione con Luca
- Luca, se non trovo il coraggio di vivere questo momento fino in fondo la mia vita sarà pura immondizia..... Credo che la vita stessa stia cercando di mandarmi segnali di ogni genere per farmi capire che basta, ho sprecato tutto finora. C'è una contraddizione troppo evidente tra ciò che ho creduto di fare e ciò che ho invece ottenuto. Se dovessi dirti che cosa m'interessa nella vita, che cosa veramente mi è mai interessato, direi: l'amore. Ma non nel senso dolciastro e fasullo in cui ce lo propinano di solito.....
- Lo so benissimo in che senso, penso e credo nella stessa cosa.
- Sì...... Lui è stato la rivelazione di quanto grande possa essere questo amore, che già conoscevo un po', e adesso proprio lui che lo ha vissuto non se ne ricorda più, è come se lo avessi vissuto io da sola, in sogno..... Questa è la contraddizione più atroce in cui la vita mi abbia fatta imbattere. Ma già in precedenza è stata sempre la stessa cosa, in tono minore ma non meno dolorosa, anche se più diluita nel tempo.
- Già. Ma non può andare a finire sempre così. Almeno, non puoi pensare questo.
- No no, Luca, su questo ti sbagli proprio. Sono anni che faccio e rifaccio tentativi. Il finale è sempre lo stesso. Anzi, è sempre più drammatico, come dimostra il caso di Fabrizio, che, se vogliamo, li riassume tutti, perché l'ho amato più di chiunque altro. Quando succede così è un segnale.
- Un segnale di cosa?
- Non lo so. Ma se uno non è un incommensurabile idiota DEVE coglierlo e cercare di capirlo. Credo che significhi semplicemente questo: "Razza di cogliona, deciditi a capire che la tua strada NON è questa!"
- E qual è? Devi diventare un'acida egoista rompicoglioni egocentrica del cazzo? No, mi spiace, io non voglio.
- No, non dico questo..... Però mai come in questo momento ho sentito che è sbagliatissimo che io resti qui a fare cose in cui non credo e che non hanno senso.
- E cos'ha senso?
- Non lo so, Luca. Se lo sapessi lo farei. Mai come in questo momento ho sentito che leggere un libro non serve a un cazzo. Ascoltare musica idem. Guardare un film pure. Sono tutte parentesi di tempo fra noi e la morte, puri riempitivi.
- Sì, ma sono parentesi che ti fanno giungere al cospetto della morte come una persona MIGLIORE. Se per te questo non vale niente...
- No Luca, io mi faccio pena e schifo. E non alludo alla mia faccia, che comunque rientra anche lei nel discorso, è un avvertimento..... Forse questi avvertimenti così pesanti cercano di farmi capire quello che io mi ostino a non capire: cioè che adesso o mai più devo ricercare qualcosa.
- Ma cosa? Cosa vale la pena di essere ricercato e rincorso per tutta la vita se non l'Amore?
- Io sento con una chiarezza impressionante che se mi rimetto a fare le solite cose questa volta la sconfitta è totale, non ci sarà un'altra volta. E poi Luca, l'Amore come dici tu, o l'amore, se non è quello che ho dato a lui, semplicemente non esiste. Il che significa che non è quella la strada.
- L'Amore non esiste?
- Io non potrò mai amare né di più né meglio, quindi è sbagliato. Non è quello l'amore, io non lo conosco, non so cos'è! Io credo di dare amore, ma il risultato, che è quello che conta, mi dice che quello che io dò fa del male, e quindi non è amore, non è quello giusto, io non so cos'è!
- Potrai essere amata di più, e meglio.
- Non m'importa di essere amata, Luca. Voglio imparare ad amare io. Scusami adesso, mi è venuto all'improvviso un fortissimo mal di stomaco.....
- Come ti capisco. Prendi un Maalox.
- Non ce l'ho.
- Prendi qualcosa.....
- Sì, ok.
- Dammi tue notizie appena possibile.
- Sì. Grazie di tutto.
- Lo so benissimo in che senso, penso e credo nella stessa cosa.
- Sì...... Lui è stato la rivelazione di quanto grande possa essere questo amore, che già conoscevo un po', e adesso proprio lui che lo ha vissuto non se ne ricorda più, è come se lo avessi vissuto io da sola, in sogno..... Questa è la contraddizione più atroce in cui la vita mi abbia fatta imbattere. Ma già in precedenza è stata sempre la stessa cosa, in tono minore ma non meno dolorosa, anche se più diluita nel tempo.
- Già. Ma non può andare a finire sempre così. Almeno, non puoi pensare questo.
- No no, Luca, su questo ti sbagli proprio. Sono anni che faccio e rifaccio tentativi. Il finale è sempre lo stesso. Anzi, è sempre più drammatico, come dimostra il caso di Fabrizio, che, se vogliamo, li riassume tutti, perché l'ho amato più di chiunque altro. Quando succede così è un segnale.
- Un segnale di cosa?
- Non lo so. Ma se uno non è un incommensurabile idiota DEVE coglierlo e cercare di capirlo. Credo che significhi semplicemente questo: "Razza di cogliona, deciditi a capire che la tua strada NON è questa!"
- E qual è? Devi diventare un'acida egoista rompicoglioni egocentrica del cazzo? No, mi spiace, io non voglio.
- No, non dico questo..... Però mai come in questo momento ho sentito che è sbagliatissimo che io resti qui a fare cose in cui non credo e che non hanno senso.
- E cos'ha senso?
- Non lo so, Luca. Se lo sapessi lo farei. Mai come in questo momento ho sentito che leggere un libro non serve a un cazzo. Ascoltare musica idem. Guardare un film pure. Sono tutte parentesi di tempo fra noi e la morte, puri riempitivi.
- Sì, ma sono parentesi che ti fanno giungere al cospetto della morte come una persona MIGLIORE. Se per te questo non vale niente...
- No Luca, io mi faccio pena e schifo. E non alludo alla mia faccia, che comunque rientra anche lei nel discorso, è un avvertimento..... Forse questi avvertimenti così pesanti cercano di farmi capire quello che io mi ostino a non capire: cioè che adesso o mai più devo ricercare qualcosa.
- Ma cosa? Cosa vale la pena di essere ricercato e rincorso per tutta la vita se non l'Amore?
- Io sento con una chiarezza impressionante che se mi rimetto a fare le solite cose questa volta la sconfitta è totale, non ci sarà un'altra volta. E poi Luca, l'Amore come dici tu, o l'amore, se non è quello che ho dato a lui, semplicemente non esiste. Il che significa che non è quella la strada.
- L'Amore non esiste?
- Io non potrò mai amare né di più né meglio, quindi è sbagliato. Non è quello l'amore, io non lo conosco, non so cos'è! Io credo di dare amore, ma il risultato, che è quello che conta, mi dice che quello che io dò fa del male, e quindi non è amore, non è quello giusto, io non so cos'è!
- Potrai essere amata di più, e meglio.
- Non m'importa di essere amata, Luca. Voglio imparare ad amare io. Scusami adesso, mi è venuto all'improvviso un fortissimo mal di stomaco.....
- Come ti capisco. Prendi un Maalox.
- Non ce l'ho.
- Prendi qualcosa.....
- Sì, ok.
- Dammi tue notizie appena possibile.
- Sì. Grazie di tutto.
venerdì 22 agosto 2008
Ancora quel sogno..... V
- Ciao.....
Sei di nuovo qui, ti sento. Non so quando sei entrato. Sono tanto, tanto contenta. Ma tu non rispondi al mio saluto.
- Senti.....
Non oso dirti che non ricordo il tuo nome.
- Senti, io sto bene qui. Puoi dirmi solo perché è tutto buio?
- E' perché non voglio vedere la tua faccia.
- Cos'ha la mia faccia?
- E' brutta.
Sento un colpo al cuore.
- Ma io non ero brutta! - protesto.
- Ora però lo sei. E' stato quell'incidente, non ricordi?
No, in effetti non ricordo, non ricordo proprio niente..... Se sono brutta ovviamente non posso piacerti, e allora perché mi tieni qui? Mi rintano sotto le coperte.
Sento che mi raggiungi, ti corichi vicino a me.
- Ma tu..... Sì, cioè.....
- Vuoi sapere perché ti tengo qui? Appunto perché qui è buio. Ora poi non ricordo esattamente se sei viva o morta. Ci sei ma è come se non ci fossi. Ma al buio è diverso: ti raggiungo ogni tanto e sto un po' con te. Capisci?
Sì. Ti sembrerà strano ma capisco.
Chiudo gli occhi e mi addormento.
Sei di nuovo qui, ti sento. Non so quando sei entrato. Sono tanto, tanto contenta. Ma tu non rispondi al mio saluto.
- Senti.....
Non oso dirti che non ricordo il tuo nome.
- Senti, io sto bene qui. Puoi dirmi solo perché è tutto buio?
- E' perché non voglio vedere la tua faccia.
- Cos'ha la mia faccia?
- E' brutta.
Sento un colpo al cuore.
- Ma io non ero brutta! - protesto.
- Ora però lo sei. E' stato quell'incidente, non ricordi?
No, in effetti non ricordo, non ricordo proprio niente..... Se sono brutta ovviamente non posso piacerti, e allora perché mi tieni qui? Mi rintano sotto le coperte.
Sento che mi raggiungi, ti corichi vicino a me.
- Ma tu..... Sì, cioè.....
- Vuoi sapere perché ti tengo qui? Appunto perché qui è buio. Ora poi non ricordo esattamente se sei viva o morta. Ci sei ma è come se non ci fossi. Ma al buio è diverso: ti raggiungo ogni tanto e sto un po' con te. Capisci?
Sì. Ti sembrerà strano ma capisco.
Chiudo gli occhi e mi addormento.
giovedì 14 agosto 2008
Sì, però vedi.....
- Sì, però vedi, Lella, se fosse come dici tu.....
- Sposta un po' il cavalletto, così non la inquadri bene la chiesa.
- Vuoi guardare tu?
- Ok. Un po' più a destra, direi..... Ecco, così è perfetto.
- Ora devi sottoesporre, così. Si dovrebbe sottoesporla sempre, una foto fatta all'esterno col sole.
- Capito.
- Scatta.
- Fatto.
- Adesso sovraesponiamo.....
- Scatto?
- Scatta. Bene, adesso il resto lo farà il pc con l'hdr.
- Wow, benissimo.
- Ecco, però, Lella, stavo dicendo.....
- Sì lo so. Lo so. Stavi dicendo che se fosse come dico io, le farfalle, l'amore elementare, la felicità assoluta e tutto il resto, lui non sarebbe sparito. Sediamoci su questa panchina all'ombra, fa caldo.
- Ma nemmeno, Lella. Non volevo nemmeno dire questo. Bastava di meno, eh. Bastava un po' di semplice, comune umanità..... Cioè, io non sono innamorato di te, ma non ti avrei mai lasciata così sola.
- Veramente siamo stato quattro anni senza sentirci, io e te.
- Avevamo litigato, mi hai mandato a stendere. Io però so tutto di te, non ho mai smesso di informarmi.....
- Beh, questo è bello da parte tua.
- Sì, però quel tuo blog.....
- Cosa? Leggi il mio blog? E come lo hai trovato?
- La rete non ha segreti per me.
- Cosa c'è che non va nel mio blog?
- Insomma, non mi va che mi chiami Mauro.
- E come dovrei chiamarti? Non vorrai che usi il tuo vero nome!
- No, d'accordo, ma non Mauro. Mi fa schifo Mauro.
- Va bene, da oggi sarai Luca.
- Ok, vada per Luca.
- Sta per piovere..... Tuona, lo senti? Ritira il cavalletto e andiamocene.
- Incomincia a gocciolare..... Gocce grosse come noci!
- La pioggia è bella. Sali in macchina, presto.
- Uff, 'ste donne. Stai sempre a guardarsi nello specchietto.
- Eh ma è per via del naso..... Come lo trovi?
- Ottimo.
- No invece, sembro un tacchino. Hai presente quelle escrescenze che hanno sul becco?
- Sì, e i bargigli anche. Dai, metti in moto, va'.
- Sposta un po' il cavalletto, così non la inquadri bene la chiesa.
- Vuoi guardare tu?
- Ok. Un po' più a destra, direi..... Ecco, così è perfetto.
- Ora devi sottoesporre, così. Si dovrebbe sottoesporla sempre, una foto fatta all'esterno col sole.
- Capito.
- Scatta.
- Fatto.
- Adesso sovraesponiamo.....
- Scatto?
- Scatta. Bene, adesso il resto lo farà il pc con l'hdr.
- Wow, benissimo.
- Ecco, però, Lella, stavo dicendo.....
- Sì lo so. Lo so. Stavi dicendo che se fosse come dico io, le farfalle, l'amore elementare, la felicità assoluta e tutto il resto, lui non sarebbe sparito. Sediamoci su questa panchina all'ombra, fa caldo.
- Ma nemmeno, Lella. Non volevo nemmeno dire questo. Bastava di meno, eh. Bastava un po' di semplice, comune umanità..... Cioè, io non sono innamorato di te, ma non ti avrei mai lasciata così sola.
- Veramente siamo stato quattro anni senza sentirci, io e te.
- Avevamo litigato, mi hai mandato a stendere. Io però so tutto di te, non ho mai smesso di informarmi.....
- Beh, questo è bello da parte tua.
- Sì, però quel tuo blog.....
- Cosa? Leggi il mio blog? E come lo hai trovato?
- La rete non ha segreti per me.
- Cosa c'è che non va nel mio blog?
- Insomma, non mi va che mi chiami Mauro.
- E come dovrei chiamarti? Non vorrai che usi il tuo vero nome!
- No, d'accordo, ma non Mauro. Mi fa schifo Mauro.
- Va bene, da oggi sarai Luca.
- Ok, vada per Luca.
- Sta per piovere..... Tuona, lo senti? Ritira il cavalletto e andiamocene.
- Incomincia a gocciolare..... Gocce grosse come noci!
- La pioggia è bella. Sali in macchina, presto.
- Uff, 'ste donne. Stai sempre a guardarsi nello specchietto.
- Eh ma è per via del naso..... Come lo trovi?
- Ottimo.
- No invece, sembro un tacchino. Hai presente quelle escrescenze che hanno sul becco?
- Sì, e i bargigli anche. Dai, metti in moto, va'.
Amori di farfalle
Inchiodo all'improvviso: una coppia di farfalle marroni in amore attraversa svolazzando la strada, si ferma sull'asfalto, incurante della mia presenza. Sono in ritardo, devo passare per forza..... Macché, non si muovono!
Penso che è incredibile lo stordimento che dà l'amore; e si tratta solo di un amore di farfalle.
Ma forse proprio attraverso di loro posso comprendere meglio. Ne ho bisogno, anche oggi è un giorno difficile.....
Non eravamo diversi noi: anche noi pura gioia di esistere insieme, dovunque fossimo, con chiunque ci trovassimo, storditi, narcotizzati, incapaci di cogliere la realtà esterna. Gioia di vederci, gioia di sentirci, gioia di condividere un bicchiere di vino, un panino, una canzone, il sole, la notte.
Cerco di passare sopra le farfalle senza toccarle. Controllo dal retrovisore, ce l'ho fatta: sono ancora lì, intatte; riprendono il loro volo ubriaco, volteggiano per pochi metri e si posano su un prato.
Indifferenti a tutto, felicità allo stato primitivo.
Impazzite, come noi, di quella follia che vista dall'esterno non è neppure ridicola, tanto è assoluta: è, semplicemente, l'essenza elementare della Natura.
Penso che è incredibile lo stordimento che dà l'amore; e si tratta solo di un amore di farfalle.
Ma forse proprio attraverso di loro posso comprendere meglio. Ne ho bisogno, anche oggi è un giorno difficile.....
Non eravamo diversi noi: anche noi pura gioia di esistere insieme, dovunque fossimo, con chiunque ci trovassimo, storditi, narcotizzati, incapaci di cogliere la realtà esterna. Gioia di vederci, gioia di sentirci, gioia di condividere un bicchiere di vino, un panino, una canzone, il sole, la notte.
Cerco di passare sopra le farfalle senza toccarle. Controllo dal retrovisore, ce l'ho fatta: sono ancora lì, intatte; riprendono il loro volo ubriaco, volteggiano per pochi metri e si posano su un prato.
Indifferenti a tutto, felicità allo stato primitivo.
Impazzite, come noi, di quella follia che vista dall'esterno non è neppure ridicola, tanto è assoluta: è, semplicemente, l'essenza elementare della Natura.
Ancora quel sogno..... IV
Apro gli occhi. Non so perché li apro, non vedo nulla, ma sento una presenza.
Allungo la mano, ti tocco. Sei qui vicino a me, dormi profondamente, il tuo respiro è leggero e regolare.
Ritiro la mano piano piano, per non disturbare il tuo sonno.
Sei entrato di nascosto, ti sei spogliato in silenzio e non mi hai svegliata, non mi hai detto niente. Non faremo l'amore, sei qui soltanto per dormire, e io sono felice.
Ti parlo senza voce. Ti dico tutte le cose che ho sentito, che ho pensato. Ti racconto di tutte le volte che ho pregato perché tu capissi, di quella stella cadente alla quale ho affidato questo desiderio che, chissà come, è stato esaudito.
Comincio a capire che sono prigioniera di questo buio, l'unico luogo in cui posso rivederti.
E' solo un sogno, lo so, ma non svegliatemi.....
Non svegliatemi più, vi prego.
Allungo la mano, ti tocco. Sei qui vicino a me, dormi profondamente, il tuo respiro è leggero e regolare.
Ritiro la mano piano piano, per non disturbare il tuo sonno.
Sei entrato di nascosto, ti sei spogliato in silenzio e non mi hai svegliata, non mi hai detto niente. Non faremo l'amore, sei qui soltanto per dormire, e io sono felice.
Ti parlo senza voce. Ti dico tutte le cose che ho sentito, che ho pensato. Ti racconto di tutte le volte che ho pregato perché tu capissi, di quella stella cadente alla quale ho affidato questo desiderio che, chissà come, è stato esaudito.
Comincio a capire che sono prigioniera di questo buio, l'unico luogo in cui posso rivederti.
E' solo un sogno, lo so, ma non svegliatemi.....
Non svegliatemi più, vi prego.
martedì 12 agosto 2008
E' passato
Sono contenta che questo giorno sia passato. E' stato molto, molto, molto faticoso.....
Non credo che si dovrebbe vivere così, cercando di buttarsi alle spalle i giorni.
L'alternativa sarebbe non avere memoria, ma per questo ci vuole una speciale predisposizione, credo.
Io non ce l'ho.
In questa confusione di ricordi difficili che rimbalzano contro le cose difficili del presente rischierei di impazzire se non vedessi la tua mano tesa.....
Sarà vera?
O è di nuovo la mia immaginazione?
Non credo che si dovrebbe vivere così, cercando di buttarsi alle spalle i giorni.
L'alternativa sarebbe non avere memoria, ma per questo ci vuole una speciale predisposizione, credo.
Io non ce l'ho.
In questa confusione di ricordi difficili che rimbalzano contro le cose difficili del presente rischierei di impazzire se non vedessi la tua mano tesa.....
Sarà vera?
O è di nuovo la mia immaginazione?
lunedì 11 agosto 2008
Ancora quel sogno..... III
Ti sento rientrare.
- Ciao, sei tu? Non so quanto ho dormito.
- Non più di dieci minuti.
- Sei tornato?
- Solo per riprendere le chiavi della macchina. Le ho dimenticate sulla cassettiera.
- Ma perché te ne vai? Dove vai?
- Al ballo in maschera.
- Sai ballare?
- No.
- E allora perché ci vai?
- Per via della maschera.
- Ti piacciono le maschere?
- No, affatto. E' solo che bisogna indossarle, tutto qui.
- Non capisco..... Perché bisogna?
- Perché sì. Ricordi? La colpa è tua che hai perso il portachiavi.
- Mia?..... Quale portachiavi, scusa?
- Quello che mi avevi regalato, con sopra inciso Save Your Soul. Senza quello tutto è impossibile, l'acqua sale e rischio di affogare. Perciò adesso non mi resta che andare al ballo in maschera.
- Save Your Soul? Ma che senso ha?
- Appunto, nessuno. A parte il fatto che si dice Save Our Souls, avevi pure sbagliato a scrivere.
Esci e ti tiri dietro la porta.
Mi sento soffocare, fa caldo.....
Vorrei aprire la finestra.
Save Your Soul.....
- Ciao, sei tu? Non so quanto ho dormito.
- Non più di dieci minuti.
- Sei tornato?
- Solo per riprendere le chiavi della macchina. Le ho dimenticate sulla cassettiera.
- Ma perché te ne vai? Dove vai?
- Al ballo in maschera.
- Sai ballare?
- No.
- E allora perché ci vai?
- Per via della maschera.
- Ti piacciono le maschere?
- No, affatto. E' solo che bisogna indossarle, tutto qui.
- Non capisco..... Perché bisogna?
- Perché sì. Ricordi? La colpa è tua che hai perso il portachiavi.
- Mia?..... Quale portachiavi, scusa?
- Quello che mi avevi regalato, con sopra inciso Save Your Soul. Senza quello tutto è impossibile, l'acqua sale e rischio di affogare. Perciò adesso non mi resta che andare al ballo in maschera.
- Save Your Soul? Ma che senso ha?
- Appunto, nessuno. A parte il fatto che si dice Save Our Souls, avevi pure sbagliato a scrivere.
Esci e ti tiri dietro la porta.
Mi sento soffocare, fa caldo.....
Vorrei aprire la finestra.
Save Your Soul.....

sabato 9 agosto 2008
Ancora quel sogno..... II
Nel buio profondo ti muovi per la stanza. Posi qualcosa su una sedia, sento il tintinnare di una monetina che cade, il rumore secco della fibbia della cintura che si slaccia, il fruscio dei pantaloni che ti stai sfilando.
- Dove sono? - chiedo.
- Nel solito posto - rispondi con tono rassicurante.
Non oso dirti che non ricordo.....
Eppure tutto questo non mi è nuovo.
Ti siedi sul letto e allunghi una mano a sfiorare la mia.
- Lo sai che giorno è oggi?
- No - confesso timidamente.
- Dovresti.
- Ma non vedo fuori, l'ora del giorno, la stagione..... cioè, non vedo niente..... è come se fossi diventata cieca!
La voce mi trema un po'. Mi accarezzi le dita piano.
- Stai tranquilla, va tutto bene. E' così che dev'essere.
- Ma che giorno è? Perché dovrei saperlo?
- Perché è il giorno della torre.
- Quale torre?
- Lo sai bene.
- No, io.....
- Non dire di no. Dovevamo salire, lo sai.
- E perché non ci siamo saliti?
- Forse perché avevi paura.
- Già, forse.....
- Era importante. Fondamentale. E' stato un errore terribile.
- Capisco. Ma non possiamo salirci adesso?
- No, adesso è troppo tardi. Adesso devi dormire, non c'è altro da fare ormai.
Ti alzi e richiudi la porta dietro di te.
- Dove vai? - chiedo.
Non ottengo risposta.
- Dove vai? Dove vai??
Sono sola, non vedo nulla, non so dove sono..... Il cuore mi batte all'impazzata.
.....E mi sveglio. Il cuscino quasi mi soffoca, la testa mi fa male.
Dove sei andato?
Chi sei?.....
- Dove sono? - chiedo.
- Nel solito posto - rispondi con tono rassicurante.
Non oso dirti che non ricordo.....
Eppure tutto questo non mi è nuovo.
Ti siedi sul letto e allunghi una mano a sfiorare la mia.
- Lo sai che giorno è oggi?
- No - confesso timidamente.
- Dovresti.
- Ma non vedo fuori, l'ora del giorno, la stagione..... cioè, non vedo niente..... è come se fossi diventata cieca!
La voce mi trema un po'. Mi accarezzi le dita piano.
- Stai tranquilla, va tutto bene. E' così che dev'essere.
- Ma che giorno è? Perché dovrei saperlo?
- Perché è il giorno della torre.
- Quale torre?
- Lo sai bene.
- No, io.....
- Non dire di no. Dovevamo salire, lo sai.
- E perché non ci siamo saliti?
- Forse perché avevi paura.
- Già, forse.....
- Era importante. Fondamentale. E' stato un errore terribile.
- Capisco. Ma non possiamo salirci adesso?
- No, adesso è troppo tardi. Adesso devi dormire, non c'è altro da fare ormai.
Ti alzi e richiudi la porta dietro di te.
- Dove vai? - chiedo.
Non ottengo risposta.
- Dove vai? Dove vai??
Sono sola, non vedo nulla, non so dove sono..... Il cuore mi batte all'impazzata.
.....E mi sveglio. Il cuscino quasi mi soffoca, la testa mi fa male.
Dove sei andato?
Chi sei?.....

mercoledì 6 agosto 2008
Ancora quel sogno.....
Apro gli occhi e sono cieca. Il buio più assoluto mi circonda. Dove sono?
Allungo una mano a toccare qualcosa..... è un letto, sì, un grande letto. Vicino a me c'è un comodino di legno ruvido.
Come sono arrivata in questo posto?
E perché non vedo nulla di nulla?
Ma soprattutto: perché sono qui?
Sento dei passi avvicinarsi..... la maniglia scatta, la porta cigola, si apre. Ho il cuore in gola.
- Ciao - dice una voce, semplicemente. E' dolce, tranquillizzante, mi sembra di conoscerla.....
- Chi sei? - chiedo.
- Vado in bagno - risponde.
- Chi sei? - ripeto.
- Aspettami, ti raggiungo subito.
La porta del bagno si chiude, sento lo scroscio dell'acqua. Mi rannicchio sotto le coperte, si sta bene qui, mi rilasso.
.....E mi sveglio.
La luce che filtra dalle imposte ferisce i miei occhi. Li richiudo, voglio tornare in quel buio, voglio sapere.....
Chi sei?
Allungo una mano a toccare qualcosa..... è un letto, sì, un grande letto. Vicino a me c'è un comodino di legno ruvido.
Come sono arrivata in questo posto?
E perché non vedo nulla di nulla?
Ma soprattutto: perché sono qui?
Sento dei passi avvicinarsi..... la maniglia scatta, la porta cigola, si apre. Ho il cuore in gola.
- Ciao - dice una voce, semplicemente. E' dolce, tranquillizzante, mi sembra di conoscerla.....
- Chi sei? - chiedo.
- Vado in bagno - risponde.
- Chi sei? - ripeto.
- Aspettami, ti raggiungo subito.
La porta del bagno si chiude, sento lo scroscio dell'acqua. Mi rannicchio sotto le coperte, si sta bene qui, mi rilasso.
.....E mi sveglio.
La luce che filtra dalle imposte ferisce i miei occhi. Li richiudo, voglio tornare in quel buio, voglio sapere.....
Chi sei?
lunedì 4 agosto 2008
Endeavour
Il veliero procede attraverso nebbie ignote, ormai da mesi. Non si vede traccia di terre emerse, non si vede l'orizzonte..... Soltanto acqua e nuvole basse. L'atmosfera stagnante è irrespirabile.
Il sole malato s'intravede appena tra la caligine, la sua luce è verdognola, fioca.
Che nome ha tutto questo?
E' quello che chiamano
vita?

Endeavour
Il sole malato s'intravede appena tra la caligine, la sua luce è verdognola, fioca.
Che nome ha tutto questo?
E' quello che chiamano
vita?

Endeavour
domenica 3 agosto 2008
Intimità e confidenza
Tra le varie cose che ci diciamo non c'è la più importante: che piacere rivederti. Il pudore ce lo impedisce. Ci eravamo lasciati insultandoci quattro anni fa ed avevo giurato a me stessa di non darti un'altra possibilità. E invece eccoci qui.
Sarà il momento un po' (tanto) particolare che sto vivendo, sarà che sotto sotto mi vuoi bene, sarà che invecchio precocemente (.....), insomma sono contenta di rivederti.
Penso a questo oggi mentre siamo seduti al tavolino di un bar in un paesello sperduto fra le colline, e tu bevi la tua Coca Cola mentre io sorseggio un succo di frutta.
Che strana la storia che mi racconti, non ti credevo tipo da grandi amori impossibili..... Ostenti la tua solita apatia, parli con il solito tono monocorde, se non sapessi che hai sofferto molto non riuscirei a capirlo dal tuo viso. Eppure a quanto pare è così. Ti ascolto stupita.
- Ma alla fine perché vi siete lasciati? - ti chiedo.
Ti stringi nelle spalle:
- Sposata, marito industriale, una serie di privilegi ai quali non voleva rinunciare.....
- Insomma non ti amava.
- No. E' chiaro che no. Diciamo che ero il suo giocattolo.
- Oppure ha voluto evitarti un futuro assurdo. Dai Mauro, cosa avreste potuto fare insieme? Adesso tanto quanto, ma fra dieci anni?..... E con quali prospettive?
- Non mi frega un cazzo delle prospettive. Io vivo oggi, per me andava bene così. Io avrei scelto comunque lei.
- Capisco. Cioè credo di capire..... Però mica tanto, eh! No, davvero Mauro, seriamente, mettiti nei suoi panni: se ti voleva bene doveva per forza pensare a te; cioè, che razza di futuro ti avrebbe preparato? Tu una famiglia dovresti fartela adesso che sei giovane, lei ti avrebbe rubato anni preziosi, e per cosa poi? Due, tre, massimo dieci anni di felicità, forse, chi lo sa. O forse neanche quelli. E in ogni caso niente progetti per l'avvenire, niente figli.....
- Ma chissene dei figli, Lella! Io stavo bene con lei! Punto.
Ti vedo irremovibile, meglio non insistere. Bevi un sorso di Coca, accendi l'ennesima sigaretta, aspiri il fumo e lo soffi via.
- Sai cos'è che proprio non va? - riprendi.
- No, dimmi.
- Il fatto che tra me e lei c'era un'intimità profondissima. Ci conoscevamo poco, almeno di persona; ci saremo visti non più di una ventina di volte..... Eppure fin dal primo momento c'è stata una sintonia assoluta. Ci capivamo senza bisogno di parlare, specialmente..... beh sì, in quei momenti. E questa mi sembrava una cosa molto importante, non pensavo che l'avrebbe buttata via così.
- Avevate molta confidenza?
- No, al contrario. Avevamo pochissima confidenza. L'intimità è inversamente proporzionale alla confidenza: la confidenza produce disattenzione, uno si sente a suo agio e quindi non presta attenzione all'altro, gli manca di rispetto senza nemmeno accorgersene. La confidenza è abitudine, è quando si è seduti insieme a tavola e ognuno si fa i cazzi suoi, lui guarda la televisione, lei legge un giornale, l'altro è una presenza fisica, un corpo: si sa che c'è, che bisogno c'è di prestargli attenzione? E questo uccide l'eros.
- E l'intimità?
- L'intimità è l'esatto opposto. E' quando una persona ti mette un po' in soggezione, perché l'amore vero fa paura..... e perciò di quella persona hai un rispetto profondissimo, sei sempre sintonizzato su di lei. E nei momenti intimi vorresti azzerare ogni distanza, non so come dire, entrare direttamente in lei.....
- Beh.....
- NON in quel senso, Lella! Eccheccazzo.
- Ho capito, cercavo solo di sdrammatizzare.....
- Ecco, l'intimità è questo: cercare di entrare dentro una persona. E quindi quei momenti hanno sempre qualcosa di mistico, hai sempre un po' di batticuore. Altro che confidenza. Non so se mi sono spiegato.
- Perfettamente.
Un pensiero mi turba, te ne accorgi subito.
- Che c'è?
- No, niente..... E' solo che temo di avere commesso proprio questo errore con Fabrizio. Cioè, dopo un paio d'anni lo davo per scontato, probabilmente non ero più abbastanza attenta a lui.
- Mah Lella..... Se ti può consolare io ero attentissimo a Roberta, eppure è andata lo stesso com'è andata.
- Già, hai ragione.
Alle nostre spalle c'è una specie di balera, ci dev'essere una festa di paese e fervono i preparativi. Alcuni musicisti stanno provando gli strumenti, ci tocca parlare a voce sempre più alta.
- Che posto assurdo - dici ridendo - Cioè, è bello ma proprio fuori del mondo. Per carità, paesaggi da poster, ma per uno di città come me è roba da non credere..... Non mi stupirei se qui dietro tra poco ci fossero le eliminatorie di Miss Padania.
- Spiacente, quelle ci sono state la settimana scorsa.
- Oh cazzo, ci perdiamo il meglio allora. Non vedevo l'ora di trovarmi in mezzo a un bel po' di camicie verdi barotte e sudaticce che parlano in alessandrino stretto.
- Scusa, ma non eri di destra tu?
- Di destra, mica leghista. Destra-destra, quella storica. Mussolini, mica i pagliacci di adesso, mica quel coglione di Fini o quel rimbambito di Bossi.
Veramente, con la coda dell'occhio, mi par di vedere delle bandiere rosse..... Cambio argomento.
- Vabbè, lasciamo perdere la politica che è meglio. Dimmi del tuo libro, come procede?
- Vado avanti. Pieno di dubbi però, ho l'impressione che venga su una cazzata sentimentale.
- Nemmeno un po', Mauro. Dico sul serio. I capitoli che mi hai mandato sono molto belli, forti, per niente sentimentali. Continua a scrivere, ti prego.
- Ok. Visto che ci tieni.....
- Sì. Anzi, se vuoi leggiamo qualcosa insieme e io ti dico le mie impressioni.
- Davvero? Affare fatto. Ne ho giusto un capitolo con me e vorrei.....
Mi perdo le ultime parole. Uno strillo di tromba che sembra un gallo strozzato le copre, i musicisti stanno veramente rompendo, non si capisce più niente.
- Come? - dico forte.
- Dicevo che mi piacerebbe.....
Peeeeeeeeeèèè....... Zum, zum, zum, zum........ Pò-poropò-poropò-poropò.........
- Non riesco a sentirti Mauro, puoi ripetere?
Pò-pò-pò-pò-pò......... Tunf, tunf, tunf, tunf........
Parte anche la batteria adesso. Vedo il labiale ma non sento più nulla.
Una mattinaaaaaaaaaaaa.........
Mi son svegliatoooooooo........
O bella ciao bella ciao bella ciao-ciao-ciao..................
- Cazzo, questo è troppo! La canzone partigiana no!! - sbraiti, e questa volta ti sento.
Ti alzi senza aggiungere altro e te ne vai. Ti seguo e saliamo in macchina.
- Dove vado? - ti chiedo.
- Dove ti porta il cuore.
- Spiritoso..... Dai, sul serio.
- Che ne dici dell'osservatorio astronomico?
- Ok, vada per l'osservatorio.
Metto in moto e partiamo.
Mentre guido attraverso le colline penso che sono contenta che ci rimanga ancora un bel pezzo di pomeriggio.
Chi l'avrebbe mai detto, eh?
Sarà il momento un po' (tanto) particolare che sto vivendo, sarà che sotto sotto mi vuoi bene, sarà che invecchio precocemente (.....), insomma sono contenta di rivederti.
Penso a questo oggi mentre siamo seduti al tavolino di un bar in un paesello sperduto fra le colline, e tu bevi la tua Coca Cola mentre io sorseggio un succo di frutta.
Che strana la storia che mi racconti, non ti credevo tipo da grandi amori impossibili..... Ostenti la tua solita apatia, parli con il solito tono monocorde, se non sapessi che hai sofferto molto non riuscirei a capirlo dal tuo viso. Eppure a quanto pare è così. Ti ascolto stupita.
- Ma alla fine perché vi siete lasciati? - ti chiedo.
Ti stringi nelle spalle:
- Sposata, marito industriale, una serie di privilegi ai quali non voleva rinunciare.....
- Insomma non ti amava.
- No. E' chiaro che no. Diciamo che ero il suo giocattolo.
- Oppure ha voluto evitarti un futuro assurdo. Dai Mauro, cosa avreste potuto fare insieme? Adesso tanto quanto, ma fra dieci anni?..... E con quali prospettive?
- Non mi frega un cazzo delle prospettive. Io vivo oggi, per me andava bene così. Io avrei scelto comunque lei.
- Capisco. Cioè credo di capire..... Però mica tanto, eh! No, davvero Mauro, seriamente, mettiti nei suoi panni: se ti voleva bene doveva per forza pensare a te; cioè, che razza di futuro ti avrebbe preparato? Tu una famiglia dovresti fartela adesso che sei giovane, lei ti avrebbe rubato anni preziosi, e per cosa poi? Due, tre, massimo dieci anni di felicità, forse, chi lo sa. O forse neanche quelli. E in ogni caso niente progetti per l'avvenire, niente figli.....
- Ma chissene dei figli, Lella! Io stavo bene con lei! Punto.
Ti vedo irremovibile, meglio non insistere. Bevi un sorso di Coca, accendi l'ennesima sigaretta, aspiri il fumo e lo soffi via.
- Sai cos'è che proprio non va? - riprendi.
- No, dimmi.
- Il fatto che tra me e lei c'era un'intimità profondissima. Ci conoscevamo poco, almeno di persona; ci saremo visti non più di una ventina di volte..... Eppure fin dal primo momento c'è stata una sintonia assoluta. Ci capivamo senza bisogno di parlare, specialmente..... beh sì, in quei momenti. E questa mi sembrava una cosa molto importante, non pensavo che l'avrebbe buttata via così.
- Avevate molta confidenza?
- No, al contrario. Avevamo pochissima confidenza. L'intimità è inversamente proporzionale alla confidenza: la confidenza produce disattenzione, uno si sente a suo agio e quindi non presta attenzione all'altro, gli manca di rispetto senza nemmeno accorgersene. La confidenza è abitudine, è quando si è seduti insieme a tavola e ognuno si fa i cazzi suoi, lui guarda la televisione, lei legge un giornale, l'altro è una presenza fisica, un corpo: si sa che c'è, che bisogno c'è di prestargli attenzione? E questo uccide l'eros.
- E l'intimità?
- L'intimità è l'esatto opposto. E' quando una persona ti mette un po' in soggezione, perché l'amore vero fa paura..... e perciò di quella persona hai un rispetto profondissimo, sei sempre sintonizzato su di lei. E nei momenti intimi vorresti azzerare ogni distanza, non so come dire, entrare direttamente in lei.....
- Beh.....
- NON in quel senso, Lella! Eccheccazzo.
- Ho capito, cercavo solo di sdrammatizzare.....
- Ecco, l'intimità è questo: cercare di entrare dentro una persona. E quindi quei momenti hanno sempre qualcosa di mistico, hai sempre un po' di batticuore. Altro che confidenza. Non so se mi sono spiegato.
- Perfettamente.
Un pensiero mi turba, te ne accorgi subito.
- Che c'è?
- No, niente..... E' solo che temo di avere commesso proprio questo errore con Fabrizio. Cioè, dopo un paio d'anni lo davo per scontato, probabilmente non ero più abbastanza attenta a lui.
- Mah Lella..... Se ti può consolare io ero attentissimo a Roberta, eppure è andata lo stesso com'è andata.
- Già, hai ragione.
Alle nostre spalle c'è una specie di balera, ci dev'essere una festa di paese e fervono i preparativi. Alcuni musicisti stanno provando gli strumenti, ci tocca parlare a voce sempre più alta.
- Che posto assurdo - dici ridendo - Cioè, è bello ma proprio fuori del mondo. Per carità, paesaggi da poster, ma per uno di città come me è roba da non credere..... Non mi stupirei se qui dietro tra poco ci fossero le eliminatorie di Miss Padania.
- Spiacente, quelle ci sono state la settimana scorsa.
- Oh cazzo, ci perdiamo il meglio allora. Non vedevo l'ora di trovarmi in mezzo a un bel po' di camicie verdi barotte e sudaticce che parlano in alessandrino stretto.
- Scusa, ma non eri di destra tu?
- Di destra, mica leghista. Destra-destra, quella storica. Mussolini, mica i pagliacci di adesso, mica quel coglione di Fini o quel rimbambito di Bossi.
Veramente, con la coda dell'occhio, mi par di vedere delle bandiere rosse..... Cambio argomento.
- Vabbè, lasciamo perdere la politica che è meglio. Dimmi del tuo libro, come procede?
- Vado avanti. Pieno di dubbi però, ho l'impressione che venga su una cazzata sentimentale.
- Nemmeno un po', Mauro. Dico sul serio. I capitoli che mi hai mandato sono molto belli, forti, per niente sentimentali. Continua a scrivere, ti prego.
- Ok. Visto che ci tieni.....
- Sì. Anzi, se vuoi leggiamo qualcosa insieme e io ti dico le mie impressioni.
- Davvero? Affare fatto. Ne ho giusto un capitolo con me e vorrei.....
Mi perdo le ultime parole. Uno strillo di tromba che sembra un gallo strozzato le copre, i musicisti stanno veramente rompendo, non si capisce più niente.
- Come? - dico forte.
- Dicevo che mi piacerebbe.....
Peeeeeeeeeèèè....... Zum, zum, zum, zum........ Pò-poropò-poropò-poropò.........
- Non riesco a sentirti Mauro, puoi ripetere?
Pò-pò-pò-pò-pò......... Tunf, tunf, tunf, tunf........
Parte anche la batteria adesso. Vedo il labiale ma non sento più nulla.
Una mattinaaaaaaaaaaaa.........
Mi son svegliatoooooooo........
O bella ciao bella ciao bella ciao-ciao-ciao..................
- Cazzo, questo è troppo! La canzone partigiana no!! - sbraiti, e questa volta ti sento.
Ti alzi senza aggiungere altro e te ne vai. Ti seguo e saliamo in macchina.
- Dove vado? - ti chiedo.
- Dove ti porta il cuore.
- Spiritoso..... Dai, sul serio.
- Che ne dici dell'osservatorio astronomico?
- Ok, vada per l'osservatorio.
Metto in moto e partiamo.
Mentre guido attraverso le colline penso che sono contenta che ci rimanga ancora un bel pezzo di pomeriggio.
Chi l'avrebbe mai detto, eh?
venerdì 1 agosto 2008
Conversazione con Giulia
Non vedevo Giulia da un po'. Fa un caldo terribile, afoso; ci sediamo al bar vicino alla stazione, sotto il tendone esterno, e ordiniamo un gelato. Siamo praticamente sole, c'è solo un anziano signore dentro il locale. Giulia è molto carina oggi, tutta colorata, con una bella gonna azzurra, una camicetta giallo pallido e sandaletti dorati da cui sbucano le unghie dei piedi curatissime, laccate di rosa. Io..... beh, sono come sono.
- Ma che hai fatto ai capelli?
- Lascia stare Giù, non ne parliamo.....
- Cioè, sembra che un gatto ci ha litigato dentro.
- Eh lo so.
- E questo taglio poi.....
- Lo so, li ho tagliati io perché mi cadevano. Si erano rovinati tutti con quella decolorazione.....
- Ma tu perché li hai decolorati, scusa? Stavi bene castana, che ti è venuto in mente?
- E' che io gli esperimenti preferisco farli su di me che sulle clienti.
- Carino da parte tua, ma se i risultati son questi.....
- E vabbè Giù, che ti devo dire? Cresceranno. Già è qualcosa che hanno smesso un po' di cadere. Poi prendo degli integratori e ci metto l'olio tutte le notti.
- Olio?!? Bleah.....
Giulia è una brava ragazza e in fondo mi vuole bene, ma non sa dove sta di casa la diplomazia.
- Sì insomma, cambiamo argomento.
- Come stai in generale, a parte i capelli? Ti senti un po' più serena dell'ultima volta?
- Sì e no. Cioè, è come una ferita che fa meno male ma rimane sempre lì, e la cicatrice si allarga.
- Dai Lella, non puoi starci ancora così male dopo nove mesi! In nove mesi volendo si fa un figlio, e tu non riesci a dimenticare una storia finita.....
- Ma pure fossero nove anni, guarda, il concetto non cambia. Chiaro che col tempo ci metti sopra delle altre cose, ma è un po' come mettere un tappeto per coprire la spazzatura, lo sai che in realtà c'è. Insomma parliamoci chiaro, Fabrizio è stato l'unico e lo resterà per sempre.
- Eeeeeehhh, per sempre!..... Che parola grossa!
- So quel che dico, Giulia.
- Ma anche no. Cioè, scusa se te lo ricordo brutalmente, ma Fabrizio è quello stesso stronzo che ti ha piantata per una di dieci anni più giovane di te, con tutto che tu hai già sette anni meno di lui! Insomma un pedofilo, mica un santo.
- Non diciamo cazzate, che c'entra la pedofilia? Una a diciotto anni mica è una bambina!
- Ti farebbe bene odiarlo un po'.
- Sissì, può darsi..... Sarebbe più facile, credo. Però vedi, io lo so troppo bene che non ho amato uno stronzo, di mentire a me stessa non mi va. Ho perduto il grande amore della mia vita, lo so e tiro avanti. Non ti ho mica detto che mi chiudo in un convento, eh! Cioè, altre storie ne avrò, ma lui sarà sempre il mio vero amore.
- Mah, altre storie non mi pare...... cioè dai, mi pare che nemmeno ci provi.
- E invece ti sbagli, ci ho provato. Ad esempio con Luca, te lo ricordi?
- Luca F.? Non dirmi che.....
- Sì, siamo stati insieme una settimana. Fallimento totale, io poi col sesso ho dei problemi se non sono innamorata. Cioè, gli volevo bene come a un fratello, credevo che bastasse, e invece proprio per niente. Anzi, adesso l'ho perso anche come amico, l'ha presa male.....
- Ti fai troppe paranoie secondo me.
- Anche secondo me, ma non posso farci niente. Meglio sola, guarda, mille volte meglio. Tu piuttosto, ti vedo raggiante, che ti è successo di bello?
Si illumina tutta.
- Sto vivendo una storia d'amore fantastica.
- Sul serio? Son contenta per te. E chi è il fortunato?
- Ah non lo so, si fa chiamare Brad.
.....
- .....Scusa Giù, una cosa per volta che non ti seguo. Cominciamo dalla più banale: Brad come Pitt?
Scoppia a ridere.
- No, come Bradipo!
- In che senso scusa?
- Era un imbranato pazzesco quando l'ho conosciuto, timidissimo..... Vedessi ora!
- Ah ecco, allora vedi che lo conosci.
- No, macché, dico conosciuto in rete.
- Cioè, ma vuoi dire una conoscenza virtuale? E la chiami storia d'amore, e per di più fantastica??
- Assolutamente. Sono innamorata pazza di lui.....
- Ma Giù, non diciamo cretinate per favore, come si fa a innamorarsi di uno che non sai nemmeno chi è e che faccia ha?
Ridacchia in un modo che mi fa venire la pelle d'oca.
- La faccia no, ma altre parti del corpo.....
- Giulia!!
Diventa improvvisamente serissima.
- Si può, ti dico. Si entra in confidenza più che con una persona reale, e il resto viene da sé.
Inghiotto la saliva.
- Il..... resto?
- Certo, Lella, non facciamo le bambine o le moraliste, su. Il resto, dico il sesso!
- Ma allora vi siete incontrati!
- Noooooooo! Come te lo devo dire, non-lo-co-no-sco!
- E allora sesso come? In che senso??
Mi guarda come se la pazza fossi io.
- Te lo devo anche spiegare? Sesso virtuale, sesso in rete! Ecché, siamo i primi a farlo? E' pieno di gente che lo fa, su internet! Sveglia, Lella!!
Spazio di silenzio.
Lellina è basita.
Si alza, va alla stazione, entra in biglietteria:
- Scusi, a che ora è il primo treno per Marte?
- Ma che hai fatto ai capelli?
- Lascia stare Giù, non ne parliamo.....
- Cioè, sembra che un gatto ci ha litigato dentro.
- Eh lo so.
- E questo taglio poi.....
- Lo so, li ho tagliati io perché mi cadevano. Si erano rovinati tutti con quella decolorazione.....
- Ma tu perché li hai decolorati, scusa? Stavi bene castana, che ti è venuto in mente?
- E' che io gli esperimenti preferisco farli su di me che sulle clienti.
- Carino da parte tua, ma se i risultati son questi.....
- E vabbè Giù, che ti devo dire? Cresceranno. Già è qualcosa che hanno smesso un po' di cadere. Poi prendo degli integratori e ci metto l'olio tutte le notti.
- Olio?!? Bleah.....
Giulia è una brava ragazza e in fondo mi vuole bene, ma non sa dove sta di casa la diplomazia.
- Sì insomma, cambiamo argomento.
- Come stai in generale, a parte i capelli? Ti senti un po' più serena dell'ultima volta?
- Sì e no. Cioè, è come una ferita che fa meno male ma rimane sempre lì, e la cicatrice si allarga.
- Dai Lella, non puoi starci ancora così male dopo nove mesi! In nove mesi volendo si fa un figlio, e tu non riesci a dimenticare una storia finita.....
- Ma pure fossero nove anni, guarda, il concetto non cambia. Chiaro che col tempo ci metti sopra delle altre cose, ma è un po' come mettere un tappeto per coprire la spazzatura, lo sai che in realtà c'è. Insomma parliamoci chiaro, Fabrizio è stato l'unico e lo resterà per sempre.
- Eeeeeehhh, per sempre!..... Che parola grossa!
- So quel che dico, Giulia.
- Ma anche no. Cioè, scusa se te lo ricordo brutalmente, ma Fabrizio è quello stesso stronzo che ti ha piantata per una di dieci anni più giovane di te, con tutto che tu hai già sette anni meno di lui! Insomma un pedofilo, mica un santo.
- Non diciamo cazzate, che c'entra la pedofilia? Una a diciotto anni mica è una bambina!
- Ti farebbe bene odiarlo un po'.
- Sissì, può darsi..... Sarebbe più facile, credo. Però vedi, io lo so troppo bene che non ho amato uno stronzo, di mentire a me stessa non mi va. Ho perduto il grande amore della mia vita, lo so e tiro avanti. Non ti ho mica detto che mi chiudo in un convento, eh! Cioè, altre storie ne avrò, ma lui sarà sempre il mio vero amore.
- Mah, altre storie non mi pare...... cioè dai, mi pare che nemmeno ci provi.
- E invece ti sbagli, ci ho provato. Ad esempio con Luca, te lo ricordi?
- Luca F.? Non dirmi che.....
- Sì, siamo stati insieme una settimana. Fallimento totale, io poi col sesso ho dei problemi se non sono innamorata. Cioè, gli volevo bene come a un fratello, credevo che bastasse, e invece proprio per niente. Anzi, adesso l'ho perso anche come amico, l'ha presa male.....
- Ti fai troppe paranoie secondo me.
- Anche secondo me, ma non posso farci niente. Meglio sola, guarda, mille volte meglio. Tu piuttosto, ti vedo raggiante, che ti è successo di bello?
Si illumina tutta.
- Sto vivendo una storia d'amore fantastica.
- Sul serio? Son contenta per te. E chi è il fortunato?
- Ah non lo so, si fa chiamare Brad.
.....
- .....Scusa Giù, una cosa per volta che non ti seguo. Cominciamo dalla più banale: Brad come Pitt?
Scoppia a ridere.
- No, come Bradipo!
- In che senso scusa?
- Era un imbranato pazzesco quando l'ho conosciuto, timidissimo..... Vedessi ora!
- Ah ecco, allora vedi che lo conosci.
- No, macché, dico conosciuto in rete.
- Cioè, ma vuoi dire una conoscenza virtuale? E la chiami storia d'amore, e per di più fantastica??
- Assolutamente. Sono innamorata pazza di lui.....
- Ma Giù, non diciamo cretinate per favore, come si fa a innamorarsi di uno che non sai nemmeno chi è e che faccia ha?
Ridacchia in un modo che mi fa venire la pelle d'oca.
- La faccia no, ma altre parti del corpo.....
- Giulia!!
Diventa improvvisamente serissima.
- Si può, ti dico. Si entra in confidenza più che con una persona reale, e il resto viene da sé.
Inghiotto la saliva.
- Il..... resto?
- Certo, Lella, non facciamo le bambine o le moraliste, su. Il resto, dico il sesso!
- Ma allora vi siete incontrati!
- Noooooooo! Come te lo devo dire, non-lo-co-no-sco!
- E allora sesso come? In che senso??
Mi guarda come se la pazza fossi io.
- Te lo devo anche spiegare? Sesso virtuale, sesso in rete! Ecché, siamo i primi a farlo? E' pieno di gente che lo fa, su internet! Sveglia, Lella!!
Spazio di silenzio.
Lellina è basita.
Si alza, va alla stazione, entra in biglietteria:
- Scusi, a che ora è il primo treno per Marte?
Iscriviti a:
Post (Atom)