Perché?
Vuoi dirmi solo perché?
Non riesco a chiederti altro adesso.
E non riesco a dire altro.
martedì 23 settembre 2008
domenica 21 settembre 2008
Dormi con me?
Dormi con me questa notte?
Ti aspetto qui, nel buio più assoluto.
Entrerai in silenzio da quella porta, ti avvicinerai al letto in punta di piedi, scivolerai sotto le coperte al mio fianco.
Io farò finta di dormire.
Mi abbraccerai, perché sarai convinto che io dorma, che non possa sentirti.
Io starò ferma e zitta, ad occhi chiusi.
E poi farai quello che vorrai, se vorrai.
Lo sai che per me fa lo stesso.
Dormi con me questa notte
ti prego.
Ti aspetto qui, nel buio più assoluto.
Entrerai in silenzio da quella porta, ti avvicinerai al letto in punta di piedi, scivolerai sotto le coperte al mio fianco.
Io farò finta di dormire.
Mi abbraccerai, perché sarai convinto che io dorma, che non possa sentirti.
Io starò ferma e zitta, ad occhi chiusi.
E poi farai quello che vorrai, se vorrai.
Lo sai che per me fa lo stesso.
Dormi con me questa notte
ti prego.
giovedì 18 settembre 2008
Il mio carissimo amico.....
- La verità, Lella, è che a te non frega nulla degli altri, ma questi esistono a seconda di quanto tu ne abbia bisogno.
Siamo feticci sostitutivi che alterni a seconda dell'umore. Ora basta. Non mi faccio più fregare da te. E non credere che su questa terra tu sia l'unica ad avere problemi, ce li hanno anche quelli che non li sbandierano quando non sanno cosa rispondere, e di questi non ne sono neanche artefici.
- Se sei convinto di questo (sulla base di cosa lo sai tu), fai bene ad andartene. Nessuno per me è un feticcio sostitutivo: ciò che ho perso è insostituibile, nessuno lo sa meglio di me; non cerco affatto di sostituire ciò che non avrò mai più. Cercavo, se mai, comprensione... Scusami eh, mi dispiace se non riesco più ad essere quella che sorride, comprende e intrattiene, ruolo che devo svolgere esistenzialmente, e guai se sgarro. Lo so che tutti hanno i cazzi loro, bastava dirlo prima. Peraltro, A ME è stata chiesta comprensione, ascolto, appoggio, quando stavo bene (o comunque meglio): non da te, ma magari proprio da persone che poi a me hanno voltato le spalle nel momento del bisogno. E io, questo appoggio, l'ho sempre dato.
- Chi ti ha chiesto di fingere di essere felice, allegra o d'intrattenere qualcuno? Non è un giardino d'infanzia e tu non sei un pagliaccio, come non lo sono neanch'io. Certo che però non ti prodighi mai a chiederti come vadano le cose agli altri. La verità è che sei una cazzara! Hai una marea di possibilità e lasci che chi ti sta attorno ti affondi. Ma che cazzo! Perché vivi nel passato e mandi a puttane il tuo presente?
- Alt. Ora non ci siamo proprio più. Scusami, non entro nel merito, non ti rispondo punto per punto, non dico quello che potrei dire. Taccio e basta, cosa che avrei dovuto fare fin da subito. Perché il modo, il tono, l'atteggiamento, tutto insomma, mi rivelano all'improvviso che ho grossolanamente sbagliato persona. Non so come ho potuto pensare che tu potessi capire e rispettare una situazione come la mia. "Vivere nel passato", me lo chiami: come se l'amore per me fosse quella cazzata che evidentemente è per te! E non solo per te. Il simile cerca il simile: rivolgiti a qualcuno che possa meglio comprenderti.
- Infatti è per questo che rispetti così tanto le persone che dici di amare? Quello che sono stato in grado di fare l'ho fatto, altro non c'è, e per quello che hai dato a me è sin troppo. Ti sei mai chiesta chi sono, quale sia la mia vita? Cosa sai di me? Prima di dire chi io sia avresti almeno potuto cercare di scoprirlo. Non sei né la prima né l'ultima parentesi che chiudo della mia vita.
- Mi dispiace, ma sento di non perdere veramente nulla. Addio, carissimo amico.
Siamo feticci sostitutivi che alterni a seconda dell'umore. Ora basta. Non mi faccio più fregare da te. E non credere che su questa terra tu sia l'unica ad avere problemi, ce li hanno anche quelli che non li sbandierano quando non sanno cosa rispondere, e di questi non ne sono neanche artefici.
- Se sei convinto di questo (sulla base di cosa lo sai tu), fai bene ad andartene. Nessuno per me è un feticcio sostitutivo: ciò che ho perso è insostituibile, nessuno lo sa meglio di me; non cerco affatto di sostituire ciò che non avrò mai più. Cercavo, se mai, comprensione... Scusami eh, mi dispiace se non riesco più ad essere quella che sorride, comprende e intrattiene, ruolo che devo svolgere esistenzialmente, e guai se sgarro. Lo so che tutti hanno i cazzi loro, bastava dirlo prima. Peraltro, A ME è stata chiesta comprensione, ascolto, appoggio, quando stavo bene (o comunque meglio): non da te, ma magari proprio da persone che poi a me hanno voltato le spalle nel momento del bisogno. E io, questo appoggio, l'ho sempre dato.
- Chi ti ha chiesto di fingere di essere felice, allegra o d'intrattenere qualcuno? Non è un giardino d'infanzia e tu non sei un pagliaccio, come non lo sono neanch'io. Certo che però non ti prodighi mai a chiederti come vadano le cose agli altri. La verità è che sei una cazzara! Hai una marea di possibilità e lasci che chi ti sta attorno ti affondi. Ma che cazzo! Perché vivi nel passato e mandi a puttane il tuo presente?
- Alt. Ora non ci siamo proprio più. Scusami, non entro nel merito, non ti rispondo punto per punto, non dico quello che potrei dire. Taccio e basta, cosa che avrei dovuto fare fin da subito. Perché il modo, il tono, l'atteggiamento, tutto insomma, mi rivelano all'improvviso che ho grossolanamente sbagliato persona. Non so come ho potuto pensare che tu potessi capire e rispettare una situazione come la mia. "Vivere nel passato", me lo chiami: come se l'amore per me fosse quella cazzata che evidentemente è per te! E non solo per te. Il simile cerca il simile: rivolgiti a qualcuno che possa meglio comprenderti.
- Infatti è per questo che rispetti così tanto le persone che dici di amare? Quello che sono stato in grado di fare l'ho fatto, altro non c'è, e per quello che hai dato a me è sin troppo. Ti sei mai chiesta chi sono, quale sia la mia vita? Cosa sai di me? Prima di dire chi io sia avresti almeno potuto cercare di scoprirlo. Non sei né la prima né l'ultima parentesi che chiudo della mia vita.
- Mi dispiace, ma sento di non perdere veramente nulla. Addio, carissimo amico.
giovedì 11 settembre 2008
Per chi
Conversazione
- Lella, probabilmente lui mentiva già prima, ed ha mentito anche a te fin dal principio. Per carità, in maniera magistrale e tutto quello che ti pare... Ma probabilmente è andata proprio così. Solo che ammettere di aver buttato tutta la propria vita nel cesso per una valutazione completamente errata è oltremodo difficile... E brucia parecchio, me ne rendo conto.
- Non è così, Luca; ma se ti fa piacere puoi crederlo. Peraltro, tu non c'eri. Io sì.
- No, a me non sposta di un millimetro, ma non capisco perché tu rifiuti sempre categoricamente e sistematicamente di analizzare i fatti da un altro punto di vista. Magari quello di qualcuno esterno alla vicenda che, forse, è un pochino più obiettivo. Poi per carità, se hai deciso che la verità assoluta è la tua, per me no problem.
- Vorrei sapere come puoi essere più obiettivo, visto che non sai com'erano le cose. Chi lo ha visto allora con me, ne ha tratto la conclusione che era innamorato.
- Lo hai visto solo tu, ma allora che senso ha che me ne parli?
- Cazzo dici?? Lo hanno visto tutti i nostri amici, Luca!
- Ma non hanno mica visto come avete vissuto la vostra storia, porca Eva! Non credo fossero costantemente con voi, o no?
- Hanno visto com'era lui!
- Ma cazzo. Quello che sto cercando di dire è che magari lo hai visto così cotto perché TU PER PRIMA ERI COSI' DANNATAMENTE COTTA DI LUI, pertanto è chiaro che la tua percezione della realtà era distorta. Perché rifiuti a priori questa ipotesi?
- Ok, hai ragione tu. Non sai un cazzo, ma hai ragione tu. E tutti gli altri sbagliano.
- Tutti gli altri chi?
- Tutti a cominciare da Chiara, che lo sentiva ogni santo giorno...
- Ah sì?
- ...e mi diceva che non ne poteva più, perché lui le parlava di me fino a sfinirla.
- E quali brillanti ipotesi avanza la signorina Chiara, visto che ti ha detto chiaro e tondo che non vuole parlartene?
- Adesso, vuoi dire?
- Da quando si è conclusa la storia con Fabrizio.
- All'epoca diceva che lui aveva per me una cotta malsana, che lei disapprovava al 100%. Diceva anche che sperava con tutta se stessa che gli passasse. Spero che sia felice, ora.
- Ecco. Non mi pare esattamente un'analisi costruttiva di quel che è stato. Io almeno ci provo, capisco non ti piaccia e non sei obbligata a starmi a sentire, ma se ne parliamo mi sembra giusto esprimere il mio parere.
- Chiara non ha mai fatto analisi! Ha semplicemente, sempre, sperato che finisse!
- Appunto.
- Per cui, quando fra me e lui è finita, non ha detto niente, perché le sembrava giusto e sacrosanto.
- Va benissimo, ma facendoci due conti a posteriori... Adesso, o se preferisci da quando la storia con lui si è conclusa, con chi hai potuto parlarne, delle persone informate sui fatti?
- Solo con Marco, visto che Chiara non ne parla più.
- Ed immagino che Marco concorderà con te su ogni singolo dettaglio della vicenda, vero?
- Non può! Non ne sa abbastanza.
- Ma allora lo vedi? Solo tu sai, solo tu puoi sapere, solo tu puoi esprimere giudizi e pareri in merito. Ma allora, per la miseria, cosa ne parli a fare con gli altri?
- Senti... non è colpa mia se c'ero solo io con lui, ok??
- No, e se permetti non è nemmeno colpa mia.
- Ho forse detto che lo è?
- No, ma rifiuti il dialogo... Non accetti di prendere in considerazione opzioni diverse da quelle che hai vagliato tu.
- Non accetto, più che altro, di prendere in considerazione opzioni dettate da uno stato d'animo non sereno né obiettivo.
- Il mio?
- Il mio sforzo adesso è quello di mantenermi il più possibile serena nel giudicare. Odiare, amare, provare antipatia, soffrire, sono tutti stati d'animo che impediscono la serenità di giudizio. Io non voglio nessuno di questi, ora.
- Secondo te io sto vivendo una di queste condizioni?
- Tu non sei sereno nel giudicare questa cosa, e non so perché. Però è evidente. Ma adesso andiamo a dormire. Ne riparleremo un'altra volta, forse.
- Buona notte.
- Notte.
- Non è così, Luca; ma se ti fa piacere puoi crederlo. Peraltro, tu non c'eri. Io sì.
- No, a me non sposta di un millimetro, ma non capisco perché tu rifiuti sempre categoricamente e sistematicamente di analizzare i fatti da un altro punto di vista. Magari quello di qualcuno esterno alla vicenda che, forse, è un pochino più obiettivo. Poi per carità, se hai deciso che la verità assoluta è la tua, per me no problem.
- Vorrei sapere come puoi essere più obiettivo, visto che non sai com'erano le cose. Chi lo ha visto allora con me, ne ha tratto la conclusione che era innamorato.
- Lo hai visto solo tu, ma allora che senso ha che me ne parli?
- Cazzo dici?? Lo hanno visto tutti i nostri amici, Luca!
- Ma non hanno mica visto come avete vissuto la vostra storia, porca Eva! Non credo fossero costantemente con voi, o no?
- Hanno visto com'era lui!
- Ma cazzo. Quello che sto cercando di dire è che magari lo hai visto così cotto perché TU PER PRIMA ERI COSI' DANNATAMENTE COTTA DI LUI, pertanto è chiaro che la tua percezione della realtà era distorta. Perché rifiuti a priori questa ipotesi?
- Ok, hai ragione tu. Non sai un cazzo, ma hai ragione tu. E tutti gli altri sbagliano.
- Tutti gli altri chi?
- Tutti a cominciare da Chiara, che lo sentiva ogni santo giorno...
- Ah sì?
- ...e mi diceva che non ne poteva più, perché lui le parlava di me fino a sfinirla.
- E quali brillanti ipotesi avanza la signorina Chiara, visto che ti ha detto chiaro e tondo che non vuole parlartene?
- Adesso, vuoi dire?
- Da quando si è conclusa la storia con Fabrizio.
- All'epoca diceva che lui aveva per me una cotta malsana, che lei disapprovava al 100%. Diceva anche che sperava con tutta se stessa che gli passasse. Spero che sia felice, ora.
- Ecco. Non mi pare esattamente un'analisi costruttiva di quel che è stato. Io almeno ci provo, capisco non ti piaccia e non sei obbligata a starmi a sentire, ma se ne parliamo mi sembra giusto esprimere il mio parere.
- Chiara non ha mai fatto analisi! Ha semplicemente, sempre, sperato che finisse!
- Appunto.
- Per cui, quando fra me e lui è finita, non ha detto niente, perché le sembrava giusto e sacrosanto.
- Va benissimo, ma facendoci due conti a posteriori... Adesso, o se preferisci da quando la storia con lui si è conclusa, con chi hai potuto parlarne, delle persone informate sui fatti?
- Solo con Marco, visto che Chiara non ne parla più.
- Ed immagino che Marco concorderà con te su ogni singolo dettaglio della vicenda, vero?
- Non può! Non ne sa abbastanza.
- Ma allora lo vedi? Solo tu sai, solo tu puoi sapere, solo tu puoi esprimere giudizi e pareri in merito. Ma allora, per la miseria, cosa ne parli a fare con gli altri?
- Senti... non è colpa mia se c'ero solo io con lui, ok??
- No, e se permetti non è nemmeno colpa mia.
- Ho forse detto che lo è?
- No, ma rifiuti il dialogo... Non accetti di prendere in considerazione opzioni diverse da quelle che hai vagliato tu.
- Non accetto, più che altro, di prendere in considerazione opzioni dettate da uno stato d'animo non sereno né obiettivo.
- Il mio?
- Il mio sforzo adesso è quello di mantenermi il più possibile serena nel giudicare. Odiare, amare, provare antipatia, soffrire, sono tutti stati d'animo che impediscono la serenità di giudizio. Io non voglio nessuno di questi, ora.
- Secondo te io sto vivendo una di queste condizioni?
- Tu non sei sereno nel giudicare questa cosa, e non so perché. Però è evidente. Ma adesso andiamo a dormire. Ne riparleremo un'altra volta, forse.
- Buona notte.
- Notte.
lunedì 8 settembre 2008
Strano
Strano.....
Io la sento forte la tua presenza. E' come se tu ci fossi, nascosto da qualche parte.
Devo finire di trascrivere quei vecchi sms, credo che stia lì l'incantesimo.
Quando avrò finito di copiarli e svuoterò la memoria del cellulare, tu scomparirai.
Puff, come per magia.
Sì, proprio come se non fossi mai esistito.
E' l'ultima cosa che vorrei, sai? Dimenticarti, dico.
Io ti amo così profondamente che potrei trasformare il mio amore in qualunque sentimento.
Ma sei tu che me lo chiedi, e io non voglio deluderti.
Però voglio la pace, non potrò vivere così, voglio la pace con te.
Dammi un bacio, ti prego, dovunque tu sia nel buio.
Io la sento forte la tua presenza. E' come se tu ci fossi, nascosto da qualche parte.
Devo finire di trascrivere quei vecchi sms, credo che stia lì l'incantesimo.
Quando avrò finito di copiarli e svuoterò la memoria del cellulare, tu scomparirai.
Puff, come per magia.
Sì, proprio come se non fossi mai esistito.
E' l'ultima cosa che vorrei, sai? Dimenticarti, dico.
Io ti amo così profondamente che potrei trasformare il mio amore in qualunque sentimento.
Ma sei tu che me lo chiedi, e io non voglio deluderti.
Però voglio la pace, non potrò vivere così, voglio la pace con te.
Dammi un bacio, ti prego, dovunque tu sia nel buio.
domenica 7 settembre 2008
Nel cuore del sogno
Nel cuore del sogno mi risveglio. Sento il tuo respiro.
- Ora dimmi perché l'hai fatto.
- Volevo solo starti vicino. Vicino ancora per un po'.
- Sei sciocca e ossessiva.
- Lo so. Si chiama amore, è sempre noioso per chi lo subisce. Ma non ti chiedo niente.
- Io non ti voglio vicina.
- Dicevi di volermi.
- Le cose cambiano.
- Io no, io non cambio.
- Boh, peggio per te. Ora dammi la chiave.
- Quale chiave?
- La chiave della porta. Sono stufo di stare qui dentro, voglio andarmene.
- Ma..... io..... non so di cosa parli..... io ero convinta che fossi tu a tenere chiusa me!
- Non dire stupidaggini, sono mesi che mi tieni qui. Ora basta, lasciami andare. Tira fuori quella cazzo di chiave, Lella.
- Ti giuro che non ne so niente..... non mi ricordo, non so come ho fatto a perderla..... non sapevo di averla!
Un pesante silenzio.
- Uscirò di qui, Lella, a costo di sfondare una finestra. Non ti sopporto più.
Sento che ti volti ed esci sbattendo la porta.
Il cuore mi si torce per il dolore. Non so perché ti ho fatto del male, non so come, non so perché mi odi.....
Forse se smetto di mangiare muoio.
Sì ecco, dev'essere quella la soluzione.
C'è sempre una soluzione per tutto.
Chiudo gli occhi e mi addormento.
- Ora dimmi perché l'hai fatto.
- Volevo solo starti vicino. Vicino ancora per un po'.
- Sei sciocca e ossessiva.
- Lo so. Si chiama amore, è sempre noioso per chi lo subisce. Ma non ti chiedo niente.
- Io non ti voglio vicina.
- Dicevi di volermi.
- Le cose cambiano.
- Io no, io non cambio.
- Boh, peggio per te. Ora dammi la chiave.
- Quale chiave?
- La chiave della porta. Sono stufo di stare qui dentro, voglio andarmene.
- Ma..... io..... non so di cosa parli..... io ero convinta che fossi tu a tenere chiusa me!
- Non dire stupidaggini, sono mesi che mi tieni qui. Ora basta, lasciami andare. Tira fuori quella cazzo di chiave, Lella.
- Ti giuro che non ne so niente..... non mi ricordo, non so come ho fatto a perderla..... non sapevo di averla!
Un pesante silenzio.
- Uscirò di qui, Lella, a costo di sfondare una finestra. Non ti sopporto più.
Sento che ti volti ed esci sbattendo la porta.
Il cuore mi si torce per il dolore. Non so perché ti ho fatto del male, non so come, non so perché mi odi.....
Forse se smetto di mangiare muoio.
Sì ecco, dev'essere quella la soluzione.
C'è sempre una soluzione per tutto.
Chiudo gli occhi e mi addormento.
venerdì 5 settembre 2008
Dove vai adesso?
- Dove vai adesso, Lella?
- Non lo so. Non c'è più niente.
- Niente, le persone? Il mondo? Chi ti vuole bene?
- Non mi vuole bene nessuno. Davvero, intendo.
- Forse non te lo meriti.
- Forse. E adesso scusami, devo andare.
- Dove?
- Verso il vuoto. Non c'è un senso, non c'è una direzione, non esiste giustizia, non esiste l'amore.
- Ma questa è la morte!
- Eh sì. Non posso farci niente. Vado verso l'unica cosa che resta, il vuoto, la morte. La attendo. Non riesco più a fare niente, non ho forze neppure più per sollevare un ago.
- Magari se ne parli con qualcuno.....
- E' disgustoso parlarne con qualcuno. Dicono banalità, oppure giudicano, oppure mentono, oppure fingono di ascoltare, e dieci minuti dopo ridono e pensano che tu debba darti una svegliata e ridere con loro; come se dalla morte ci si potesse svegliare..... No, gli altri non capiscono. Non capiscono mai.
- Scusa un attimo, mi suona il cellulare..... Sì, pronto. Ok, va bene. Allora ci vediamo più tardi. Dicevamo?.....
Lella.....
Lella?.....
- Non lo so. Non c'è più niente.
- Niente, le persone? Il mondo? Chi ti vuole bene?
- Non mi vuole bene nessuno. Davvero, intendo.
- Forse non te lo meriti.
- Forse. E adesso scusami, devo andare.
- Dove?
- Verso il vuoto. Non c'è un senso, non c'è una direzione, non esiste giustizia, non esiste l'amore.
- Ma questa è la morte!
- Eh sì. Non posso farci niente. Vado verso l'unica cosa che resta, il vuoto, la morte. La attendo. Non riesco più a fare niente, non ho forze neppure più per sollevare un ago.
- Magari se ne parli con qualcuno.....
- E' disgustoso parlarne con qualcuno. Dicono banalità, oppure giudicano, oppure mentono, oppure fingono di ascoltare, e dieci minuti dopo ridono e pensano che tu debba darti una svegliata e ridere con loro; come se dalla morte ci si potesse svegliare..... No, gli altri non capiscono. Non capiscono mai.
- Scusa un attimo, mi suona il cellulare..... Sì, pronto. Ok, va bene. Allora ci vediamo più tardi. Dicevamo?.....
Lella.....
Lella?.....
giovedì 4 settembre 2008
Bussi.....
Bussi disperatamente a quella porta.
- Aprite, maledizione! Aprite!! -
Scuoti con rabbia il battacchio di bronzo, assesti un pugno contro il legno del portone dipinto di verde.
- Razza di stronzi! - imprechi.
- Lascia stare - dico con dolcezza. Non posso vederti così, voglio solo che tu stia bene.....
- Dove andremo ora?
- Non lo so. Dai, vieni.
La notte è fredda e nebbiosa, non so dove stiamo andando, e soprattutto non so ancora che è finita.....
Appunto per questo sono felice nel freddo, nel buio, nella nebbia, con la tua mano nella mia e una grande luce nel cuore, mentre la notte sale a sommergerci.
Ora non c'è più una strada. Davanti a me una spessa muraglia di rovi impedisce l'accesso, qualsiasi azione io tenti, sì qualsiasi.
Se non ritrovo la tua voce - basta quella - sono perduta.
Per sempre.
Nella notte per sempre.
- Aprite, maledizione! Aprite!! -
Scuoti con rabbia il battacchio di bronzo, assesti un pugno contro il legno del portone dipinto di verde.
- Razza di stronzi! - imprechi.
- Lascia stare - dico con dolcezza. Non posso vederti così, voglio solo che tu stia bene.....
- Dove andremo ora?
- Non lo so. Dai, vieni.
La notte è fredda e nebbiosa, non so dove stiamo andando, e soprattutto non so ancora che è finita.....
Appunto per questo sono felice nel freddo, nel buio, nella nebbia, con la tua mano nella mia e una grande luce nel cuore, mentre la notte sale a sommergerci.
Ora non c'è più una strada. Davanti a me una spessa muraglia di rovi impedisce l'accesso, qualsiasi azione io tenti, sì qualsiasi.
Se non ritrovo la tua voce - basta quella - sono perduta.
Per sempre.
Nella notte per sempre.
mercoledì 3 settembre 2008
Ridicolo
Ridicolo.....
Sei assolutamente ridicolo, patetico, non ho parole.
Non porterò rancore perché non ne vale la pena.
Sei la dimostrazione della infinità vacuità del Tutto.
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